Nonostante il grande caldo di questo fine settembre considero oramai finita la stagione del mare. Domenica scorsa, pertanto, sotto un sole cocente ho ripreso a gironzolare tra le bancarelle del mercato delle pulci, altresì detta fiera del modernariato che, a Catania, nel suo perenne girovagare da una piazza all’altra per volere dell’attuale amministrazione comunale, sembrerebbe avere trovato stabile collocazione in un piazzale del porto allo stravento e con vista containers.
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Cerco libri a tema vegetale ma, in genere, assai pochi ne trovo tra tanto ciarpame librario venduto a due euro. Ieri però ho avuto fortuna: “Ha libri di piante?” chiedo ad un tizio stempiato che mi dice che si, qualche cosa ce l’ha porgendomi una vecchia carpetta ingiallita da scartabellare. Comincio a cercare e tra vecchie pubblicazioni a carattere agricolo ritrovo un opuscolo che mi può interessare: Monografia sulla coltivazione del frassino estratto dal periodico l’Agricoltura Italiana fascicoli XIX e XXV; un libercolo scolorito che descrive le varie operazioni colturali (scelta varietale, piantagione, coltivazione, tecnica di estrazione, raccolta , conto colturale, malattie e quant’altro serva sapere) del frassineto da manna, coltura tradizionalmente effettuata in Sicilia da tempi remoti in alcuni paesi del palermitano come Castelbuono e Pollina, posti a ridosso del massiccio delle Madonie.
Non è tanto l’argomento che mi intriga quanto la dedica vergata ad inchiostro, scritta di sbieco sul margine destro dell’anonimo frontespizio:
Chi era Giuseppe Bianca non so, ma certamente so chi era Francesco Minà Palumbo autore di questa monografia.Scrive soprattutto di agricoltura elaborando numerose monografie che gli fanno acquisire un ruolo di esperto in campo agronomico ed entomologico. Pubblica di tutto trasmettendo dati e reperti ai maggiori musei e alle più grandi istituzioni scientifiche del tempo e svolgendo il ruolo di corrispondente di alcune testate nazionali specializzate. Sono oltre 400 le pubblicazioni prodotte dal 1843 al 1898, alcune delle quali sono studi che hanno fatto da base per successivi approfondimenti come: Introduzione alla Storia naturale delle Madonie (1844); Storia naturale delle Madonie, Catalogo dei mammiferi delle Madonie (1858); Catalogo degli uccelli delle Madonie (1858); Notizie sui frassini di Sicilia e sulla coltivazione dell’amolleo in Castelbuono (1847), Monografia sul pistacchio, Monografia sulla coltivazione del frassino 1875,1876. Di altre, ad un occhio moderno e smaliziato, risalta la singolarità degli argomenti trattati come ad esempio: Su di un fagiolo pietrificato rinvenuto nelle Madonie (1843); Sugli effetti dei busti che usano le donne (1864); Degli amori dei rettili (1864), Proverbi ippici (1853); Le formiche in rapporto all’agricoltura; “Influenza nociva dell’illuminazione a gas sugli alberi”.
Alla sua morte le sue raccolte, il suo carteggio e l’iconografia della Storia Naturale delle Madonie confluiscono nel museo a lui dedicato che ha sede a Castelbuono.
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Quest’anno ricorre il bicentenario della nascita di Minà
Palumbo e per l’occasione è stato predisposto un sito commemorativo assai ricco
di note ed informazioni.
Ci tengo troppo a questo piccolo opuscolo e vorrei averlo senza spendere un capitale; con fare indifferente domando all’ambulante: "Quanto viene a costare questo libretto insignificante?"; il venditore mi guarda e dice: "Avendo la pubblicazione la dedica autografa di Minà Palumbo non posso venderlo a meno di venticinque euro". Sbuffo scocciata, l'affare è svanito, ho trovato un venditore istruito che conosce la risposta al quesito, Francesco Minà Palumbo: chi era costui?
Sulla manna da frassino leggi qui
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