sabato 5 febbraio 2011

Il giardino del Castello di Maniace

Maniace: il giardino
Sul versante nord occidentale dell'Etna, a pochi chilometri da Bronte, nell'ampia vallata che il fiume Simeto attraversa nel suo tratto iniziale, un antico castello e poche case di campagna formano il paese di Maniace. Le case e le campagne intorno descrivono il quieto trascorrere della vita contadina ma il castello ed il suo giardino hanno un'interessante storia da raccontare.
Portale di ingresso dell'abbazia del 1173
Eccezionale nevicata a Maniace


Nell'anno 1799 re Ferdinando III di Borbone, grato all'ammiraglio Horatio Nelson per l'aiuto ottenuto nel sedare i tumulti derivanti dai moti della Repubblica Napoletana, come ringraziamento gli conferì il vasto feudo di Bronte elevato al rango di ducato in segno di maggior gratitudine. L'ammiraglio inglese, incalzato dagli eventi, non giunse mai a visitare il vasto possedimento siciliano ma, negli ultimi anni prima di morire, dimostrerà di aver gradito il dono firmandosi Nelson Bronte. Saranno i suoi eredi ed in particolare la nipote Charlotte ed il marito, visconte di Bridport, che daranno inizio a radicali lavori di ristrutturazione, destinati a trasformare i ruderi dell'antico monastero in una romantica residenza ducale. Si riattarono le antiche fabbriche, si costruirono nuove abitazioni ducali e si impiantò un giardino nell'area dell'antico orto monastico. Quando, tuttavia, nel 1836 Charlotte Nelson Bridport si accinse con suo marito a visitare questi luoghi, rimase talmente scossa dalle difficoltà del viaggio in lettiga e dal nero paesaggio vulcanico che giurò di non rimettere più piede a Maniace. Le cose andarono diversamente per i successivi eredi che abitarono spesso nella ducea apportando continui miglioramenti alle strutture del castello, galvanizzando, per lunghi periodi dell'anno, con lo sfarzoso apparato di carrozze, valletti e ricevimenti la quieta vita di Maniace e dei paesi intorno. Così sino al 1981, anno in cui l'ultimo erede, Alexander Nelson-Hood cede al comune di Maniace il castello e quel che resta dell'intera ducea. Oggi sia il castello che l'antica abbazia sono aperti al pubblico ma è soprattutto il giardino a ricordare con le sue suggestioni vegetali, la presenza degli inglesi in questo piccolo angolo di Sicilia. L'impianto del giardino risale alla prima metà dell'ottocento ma successivi ampliamenti furono eseguiti nel 1875, anno in cui furono messi a dimora cipressi, magnolie e palme e nel 1887 quando si impiantarono frassini e platani nel vasto parco che circonda il castello. Dal cortile interno, tramite un sottopasso, si entra nel giardino che appare intimo, privato per le alte mura che lo separano dal parco circostante e dalle balze del fiume Simeto. Platani, cipressi e palme svettano al di sopra delle mura e si contrappongono nei colori alla vegetazione spontanea circostante. La peculiarità' di questo giardino e', infatti, la felice commistione di stili ed essenze. Elementi del giardino formale italiano si accostano a spunti cromatici tipici della paesaggistica continentale ed essenze nordiche si uniscono alla tipica vegetazione mediterranea. Basse siepi di bosso delimitano strette geometrie all'interno delle quali magnolie, palme, cipressi tra le specie arboree, viburni e glicine tra le arbustive, creano composizioni molto naturali.

Trachelospermum jasminoides
Il romantico pergolato, la vasca d'acqua, la piscina e il piccolo magazzino ormai invaso da plumbago e gelsomino, sono solo alcuni dei tanti angoli suggestivi di questo giardino siciliano che le atmosfere monastiche, la sensibilità inglese e il clima mediterraneo hanno contribuito a disegnare.

Il Giardino, rivisto a marzo del 2012, non mi è parso smagliante come lo ricordavo, forse a causa del tempo burrascoso di questo inverno che ha fortemente danneggiato i grandi alberi (magnolie, ippocastani, platani) messi a dimora dall'ultimo proprietario. Il falso gelsomino (Trachelospermum jasminoides) della foto, che ricopriva buona parte della facciata interna, è morto, sostituito da un giovane esemplare della stessa specie. Alcune palme, seriamente colpite dal punteruolo, svettano all'orizzonte tristemente decapitate.

Ingresso al giardino di Maniace

Orari e biglietto
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