Vorrei, oggi, soffermarmi sulla gravità dei danni che le infestazioni di punteruolo rosso, un piccolo insetto curculionide importato circa sei anni fa dall'Egitto, stanno sempre più deteminando sul paesaggio vegetale urbano siciliano e mediterraneo in genere. E' infatti, sotto gli occhi di tutti, la progressiva scomparsa della
Phoenix canariensis, una delle palme più rustiche e resistenti, anche al freddo, diffusa capillarmente in piazze, spazi condominiali, ville nobiliari e piccoli cortili per le sue doti di adattabilità, frugalità e semplicità di gestione. Sarà proprio per questa presenza ubiquitaria negli spazi a verde che la sua progressiva scomparsa suscita sgomento e smarrimento.
Sembra di leggere un bollettino di guerra: Adrano, Villa Comunale, viale centrale a Phoenix canariensis dell'età stimata di circa ottat'anni; taglio a raso di tutti gli esemplari presenti; lungomare a Catania, idem così come a Piazza Castello nel vicino paesino di Acicastello o tra le altre e vi sembrerà banale ma, non per me, anche la phoenix del mio condominio piantata cinquant'anni fa è stata capitozzata l'altro anno senza possibilità di recupero.
E non solo di
phoenix purtroppo si deve parlare se anche uno dei due soli esemplari di
Jubaea spectabilis degni di attenzione presenti a Catania, è morto colpito dall'insetto.
 |
Jubaea spectabilis |
Ho avuto occasione di affrontare l'argomento "punteruolo
rosso" e discutere delle prospettive future delle infestazioni con gli esperti dell'Istituto di Entomologia Agraria della Facoltà di Catania (così si chiamava ai miei tempi e così continuerò a chiamarlo anche se oggi è un Dipartimento di non so che cosa) che studiano in modo specifico le possibili tecniche di contrasto.
Ecco cosa raccomandano:
Primo consiglio: impossibile ricorrere esclusivamente alla chimica come azione di contrasto, con trattamenti antiparassitari costosi, inquinanti ed impraticabili in un contesto urbano.
L'insetto, dannoso con il suo stadio larvale che si svolge all'interno dei tessuti vegetali, è difficile da colpire in quanto protetto dalla stessa pianta e ad altezze assai difficili da raggiungere con i normali trattamenti. Si stanno mettendo a punto perciò, tecniche alternative, come ad esempio sintesi di feromoni, per attirare e catturare i maschi e ridurre così le possibilità di fecondazione; ma non sono tecniche risolutive.
Secondo consiglio: evitare di ripulire le piante dal giro di foglie secche che ogni hanno la pianta produce; ogni taglio non ben cauterizzato può essere luogo di ingresso per l'ovideposizione delle femmine e sembra, inoltre, che i tessuti vegetali tagliati emettano un odore che attira maggiormente le femmine;
Terza precauzione: procedere in tempi brevi al taglio delle palme colpite bruciando il materiale infestato che non dev'essere in alcun caso lasciato nei cassonetti o nelle micro discariche cittadine a diffondere l'infestazione. Purtroppo, però è da rilevare che, se la tempestività ed il coordinamento dei diversi interventi di contenimento e contrasto è raccomandata, essa tuttavia mal si combina con le lungaggini burocratiche dei diversi assessorati pubblici addetti alle manutenzioni del verde che effettuano gli interventi con mezzi e tempi non dettati dall'emergenza. Il quadro che appare è sconfortante. Ritengo amaramente che ci vorranno troppi soldi, attenzione e cura del bene comune per affrontare adeguatamente il problema.
 |
Villa Bonanno - Palermo |
Non credo che saprò mai rassegnarmi ad una ineluttabile e progressiva scomparsa, specie dopo specie, delle palme dal mio modello immaginario di ideale giardino mediterraneo.
 |
Viale di Phoenix - Marsala |
Leggi anche i post:
Il Parco delle kentie di Riposto
Phoenix-canariensis-morta-una-palma-se ne fa un'altra