martedì 22 marzo 2011

Nicotiana glauca: un ricordo d'Africa


Mio padre ha vissuto in Africa tra il 1927 ed il 1941; mio nonno, arruolato in marina come semaforista, si era, infatti, trasferito con tutta la sua numerosa famiglia a Bengasi, in Cirenaica, in cerca di incentivi economici. I ricordi di mio padre cominciano proprio da lì, con l’arrivo in barca in terra africana, nel preciso momento del suo trasferimento dalla nave che lo aveva portato dall’Italia al semaforo di Bengasi. Prima di quel giorno il buio emotivo. Ed i suoi ricordi sono i miei ricordi quando, in Sicilia negli anni 60, nei viaggi di trasferimento in “seicento”, la domenica sera di ritorno dalla visita ai nonni, sotto un cielo stellato, una campagna buia e strade che più curve non si può, era un dolce fluire di lontani ricordi africani; “dai papà, racconta” ed era il mare di Bengasi, la spiaggia, la nonna che faceva il bagno, praticamente vestita, calandosi in mare da una botola della cabina, il ghibli che soffia incessante tra nugoli di sabbia e polvere, i primi film del cinema muto con la lettura in coro dei sottotitoli da parte di tutto il pubblico presente (italiani ed “arabetti” compresi); e di strane piante che crescevano tra le pietre i cui fiori si succhiavano alla base ed erano dolci come il miele e racconta, racconta, racconta, in un battibaleno il viaggio era finito e si era arrivati a casa.


Impossibile far rivivere i ricordi del passato, la Libia ci è preclusa, almeno per ora. Quest’estate, però, a Lampedusa, avamposto d’Africa in Sicilia, mi sono imbattuta nel “ricordo botanico” di mio padre.

Nicotiana glauca G., questo è il suo nome, è una solanacea appartenente allo stesso genere del tabacco, nota perciò con il nome di tabacco glauco o tabacco selvatico. E’un arbusto o piccolo alberello con un fusto legnoso dalla corteccia scura e foglie alterne di colore verde grigiastro che ricordano quelle di certi eucalipti; sarà perché la pianta cresce spontanea a ridosso di vecchi muri, in sassaie o tra ruderi di vecchie case, sarà per il colore glauco delle foglie ma ha l’aspetto un po’ spento di specie impolverata, stazzonata dalla dura vita all’aperto, ravvivata però in ogni stagione da pannocchie apicali di fiori tubiformi di colore giallo, anch’essi un po’ polverosi. La specie è di origine sudamericana e le cronache botaniche dicono sia stata importata a scopo ornamentale nel Mediterraneo per poi diffondersi rapidamente allo stato selvatico in ambienti ruderali. La specie viene data presente ad inizio secolo in forma sub spontanea in Cirenaica e Tripolitania. A tu per tu con il ricordo paterno non posso esimermi dal costatarne di persona l’attendibilità della descrizione; devo assaporare questi fiori che mi sembrano sporchi, polverosi e rinsecchiti dal caldo e così, controvoglia, stacco una corolla dal peduncolo e la succhio come una cannuccia. Accidenti, è buono; i fiori stillano una sostanza dolce e zuccherina ed un solo fiore non mi basta. Ne pilucco uno dopo l’altro una manciata, contenta di sapere che il ricordo africano di mio padre non mente e che anche io potrò tramandare ai posteri di strane piante presenti nella lontana Africa e poi ancora in Sicilia i cui fiori si succhiano alla base e sono dolci come il miele.

http://www.internationalrights.deagostini.com/scarica_file.asp?id=99&tipofile=PDF.
http://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=18467
http://www.botanix.kpr.eu/it/index.php?text=22-tabacco-glauco-nicotiana-glauca-la-pianta-da-balcone-con-una-grande-prospettiva#next

4 commenti:

  1. Che bello leggerti Marcella!Bellissimi questi ricordi che diventano sensazioni.Anche il mio papà emigrò, ma per lavorare sottoterra, nel buio di una miniera. Grazie

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  2. Grazie a te! è immensamente bello scrivere sapendo che qualcuno ti legge e, condivide.

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  3. Ora so come si chiama la pianta scoperta ieri in una passeggiata sulle alture di Ospedaletti(IM) a picco sul mare tra fichi e ginestre. Grazie!

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    1. Grazie a te di avere letto questo post scritto qualche anno fa quando era ancora con me mio padre a raccontarmi di fiori da succhiare...

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