“A dir le mie virtù basta un sorriso”; è questa la frase che mio padre ripete ogni qualvolta sente la necessità di decantare le virtù, la bellezza o le abilità di persone o cose; slogan pubblicitario del “dentifricio Kaliklor” rimastogli nelle orecchie negli anni della sua gioventù e trasferito per via diretta al mio bagaglio di parole familiari da utilizzare in situazioni analoghe. Ed è proprio la frase che ho pensato arrivando a Sciacca, in Sicilia, ospite per pochi giorni di vacanza presso lo Jacaranda bed and breakfast. A dir le sue virtù “basta il giardino”, al centro del quale campeggia un giovane esemplare di Jacaranda mimosifolia. Non starò ad elogiare le qualità di questo bed and breakfast per quanto riguarda ospitalità ed accoglienza perché nei siti di recensione turistica è il primo in classifica con giudizi eccellenti, del tutto giustificati. Vorrei parlarvi del giardino, invece, che ha alcune peculiarità che lo rendono interessante e diverso dai giardini in villa così diffusi lungo le coste dei mari del sud.
Cominciamo dai colori che, sia nelle parti costruite che nella scelta delle specie fiorite, coniugano in molteplici sfumature il colore azzurro-violetto dei fiori della Jacaranda. Sembra l’applicazione in giardino di un gioco di carte che mio figlio faceva da piccolo; ad una carta di un certo colore, lanciata dall’avversario, bisognava rispondere con una carta dello stesso colore che ne rilanciava un altro e poi un altro ancora.
Il blu elettrico e l'azzurro di alcune pareti esterne della villa, infatti, fanno da sfondo scuro a grandi vasi violetti che richiamano il colore della copiosa e ronzante fioritura di piccoli alberi di lagerstroemia il cui fucsia rimanda, cromaticamente, al malva dei fiori di Hibiscus syriacus che strizzano l’occhio a grandi cespugli di ortensie posti a ravvivare la zona di ingresso alle stanze.
I proprietari, architetti, appassionati del verde, hanno molto curato l’aspetto estetico-funzionale del giardino che dispone di una zona conviviale, a prato, dove gli ospiti possono leggere o riposare all’aperto (zanzare permettendo) e di un gazebo dove è servita la prima colazione; la scelta delle specie utilizzate per qualificare le due aree è, per la Sicilia, inusuale. Il prato , ad esempio, non è realizzato utilizzando il classico gramignone che la fa da padrone, per rusticità e resistenza nei giardini meridionali, ma è un prato all’inglese a base di Lolium perenne, specie resistente al calpestio e all’ombreggiamento sul quale è un godimento camminare a piedi nudi a patto di grandi sacrifici in termini di manutenzione e di fabbisogno idrico.
Il gazebo, poi, è schermato dal resto del giardino utilizzando prevalentemente arbusti di Hibiscus syriacus a fiori colore malva, fatti crescere in altezza in modo da creare un separè discreto e, su, in alto, fiorito. Anche questa è una scelta progettuale insolita in un ambiente in cui l’ Hibiscus rosa-sinensis, pure presente, la fa da padrone. Alla copertura del gazebo provvedono poi, bignonia rosea (Podranea ricasoliana) e gelsomino.
I richiami continentali finiscono qui e, per non dimenticare che siamo in Sicilia, ecco le plumerie coltivate sia in vaso che in piena terra, privilegiando varietà a fiore rosso o rosato che affiancano la più comune varietà “palermitana” a fiore bianco e centro giallo. Alberi d’olivo, i cui tronchi fungono da tutore per rose banksie e philodendron, creano discrete zone d’ombra sul prato.
Ma la vera sorpresa botanica sta in un angolo defilato del giardino, vicino l’ingresso pedonale della villa; la scopro per caso stendendo gli asciugamani da mare bagnati su uno stendino a disposizione degli ospiti: due piante di Cycas revoluta in piena fioritura: una femmina e l’altra maschio, di pari grandezza.
Il maschio di Cycas è pianta rara. Anni fa ne ho fotografato un piccolo esemplare in fioritura a Palermo presso il Vivaio di Villa Tasca; ne erano molto gelosi perché chi possiede oltre alle femmine, molto diffuse, anche il maschio, può ottenere tramite impollinazione, semi fertili da cui produrre piante standardizzate nei caratteri botanici, al contrario di quanto avviene effettuando la propagazione agamica da polloni. Una bella coppia, non c’è che dire, che da sola merita una visita al giardino.
http://www.casajacaranda.it/
Vedi anche questo post:cycas-maschio-ed-i-suoi-polloni
Cominciamo dai colori che, sia nelle parti costruite che nella scelta delle specie fiorite, coniugano in molteplici sfumature il colore azzurro-violetto dei fiori della Jacaranda. Sembra l’applicazione in giardino di un gioco di carte che mio figlio faceva da piccolo; ad una carta di un certo colore, lanciata dall’avversario, bisognava rispondere con una carta dello stesso colore che ne rilanciava un altro e poi un altro ancora.
Il blu elettrico e l'azzurro di alcune pareti esterne della villa, infatti, fanno da sfondo scuro a grandi vasi violetti che richiamano il colore della copiosa e ronzante fioritura di piccoli alberi di lagerstroemia il cui fucsia rimanda, cromaticamente, al malva dei fiori di Hibiscus syriacus che strizzano l’occhio a grandi cespugli di ortensie posti a ravvivare la zona di ingresso alle stanze.
I proprietari, architetti, appassionati del verde, hanno molto curato l’aspetto estetico-funzionale del giardino che dispone di una zona conviviale, a prato, dove gli ospiti possono leggere o riposare all’aperto (zanzare permettendo) e di un gazebo dove è servita la prima colazione; la scelta delle specie utilizzate per qualificare le due aree è, per la Sicilia, inusuale. Il prato , ad esempio, non è realizzato utilizzando il classico gramignone che la fa da padrone, per rusticità e resistenza nei giardini meridionali, ma è un prato all’inglese a base di Lolium perenne, specie resistente al calpestio e all’ombreggiamento sul quale è un godimento camminare a piedi nudi a patto di grandi sacrifici in termini di manutenzione e di fabbisogno idrico.
Il gazebo, poi, è schermato dal resto del giardino utilizzando prevalentemente arbusti di Hibiscus syriacus a fiori colore malva, fatti crescere in altezza in modo da creare un separè discreto e, su, in alto, fiorito. Anche questa è una scelta progettuale insolita in un ambiente in cui l’ Hibiscus rosa-sinensis, pure presente, la fa da padrone. Alla copertura del gazebo provvedono poi, bignonia rosea (Podranea ricasoliana) e gelsomino.
I richiami continentali finiscono qui e, per non dimenticare che siamo in Sicilia, ecco le plumerie coltivate sia in vaso che in piena terra, privilegiando varietà a fiore rosso o rosato che affiancano la più comune varietà “palermitana” a fiore bianco e centro giallo. Alberi d’olivo, i cui tronchi fungono da tutore per rose banksie e philodendron, creano discrete zone d’ombra sul prato.
Ma la vera sorpresa botanica sta in un angolo defilato del giardino, vicino l’ingresso pedonale della villa; la scopro per caso stendendo gli asciugamani da mare bagnati su uno stendino a disposizione degli ospiti: due piante di Cycas revoluta in piena fioritura: una femmina e l’altra maschio, di pari grandezza.
Il maschio di Cycas è pianta rara. Anni fa ne ho fotografato un piccolo esemplare in fioritura a Palermo presso il Vivaio di Villa Tasca; ne erano molto gelosi perché chi possiede oltre alle femmine, molto diffuse, anche il maschio, può ottenere tramite impollinazione, semi fertili da cui produrre piante standardizzate nei caratteri botanici, al contrario di quanto avviene effettuando la propagazione agamica da polloni. Una bella coppia, non c’è che dire, che da sola merita una visita al giardino.
http://www.casajacaranda.it/
Vedi anche questo post:cycas-maschio-ed-i-suoi-polloni
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