martedì 6 settembre 2011

Consigli verdi per il giardino di un'amica

Sito di reperimento
Quando ero una giovane inesperta neo laureata in agraria ho cominciato a fare pratica presso lo studio di un agronomo tra i più qualificati in città. Vito Sardo, titolare insieme al padre dell’omonimo studio, era un uomo di cultura dal carattere guascone, consulente di tutti i più importanti proprietari di agrumeti della Sicilia orientale dei quali curava, particolarmente, la realizzazione degli impianti di irrigazione. Ogni mattina (signorina, la passo a prendere alle cinque?)  con la sua macchina scassata e volutamente trasandata, a folle velocità, correvamo in giro per le campagne a controllare il lavoro degli operai o lo stato dell’arte degli impianti in progettazione. Vito era fonte inesauribile di conoscenze tecniche (stilava una perizia giurata di getto, senza una cancellatura né un ripensamento) e di aneddoti divertenti. Quando qualche cliente gli sottoponeva un problema o gli faceva vedere piante affette da qualche ignoto patogeno lui rispondeva senza esitazione dispensando spiegazioni tecniche che dimostravano competenza e approfondita conoscenza del problema. Una volta tornati  in macchina però, quando gli chiedevo come avesse potuto formulare in termini così rapidi una diagnosi certa  e circostanziata, Vito mi rispondeva che in realtà non era per niente sicuro di avere inquadrato correttamente il problema ma ai clienti occorreva dare risposte certe “sparando minchiate” con competenza. Per rimediare ad eventuali errori (e devo dire che non ce n’erano quasi mai) c’era sempre tempo, durante il quale studiare ed approfondire l’argomento. A questo insegnamento di Vito Sardo non sono mai riuscita ad attenermi. Di fronte ad un quesito tecnico che presuppone molteplicità di scelte che attengono la sfera del gusto personale e dell’estetica non riesco ad essere “autorevole” come Vito avrebbe saputo fare. E dunque, di fronte al quesito di Audrei su come sostituire, nel suo giardino, un antico tasso ormai morto con una nuova essenza arborea che non faccia rimpiangere il tasso estirpato, cercherò di non “sparare minchiate” ma di fornire solo dei semplici consigli ad un’ amica.




Non so molto sull'ubicazione di questo giardino ma la presenza di un tasso, di tigli, di cespugli di bosso e di conifere, insieme, mi pare, ad oleandri, fa pensare ad un giardino di clima continentale, diciamo da Roma in su, ma non molto più in su. Il giardino è chiuso da un alto muro posto sulla sinistra rispetto alla casa ed ha il suo punto di forza nei grandi tigli e nel prato, punteggiato da esili alberi (che in foto non sono riuscita ad identificare). Predomina il verde e le poche fioriture sono di colore bianco. Nell’insieme un giardino essenziale, quasi monastico, la cui cifra identificativa è una ricercata semplicità.
Quesito
Come ovviare alla perdita di un vetusto esemplare di Taxus baccata posto di fronte alla grande vetrata che dalla casa sguarda al giardino?



Considerando che il tronco del tasso era messo proprio al centro della visuale, penso che, per prima cosa, sarebbe meglio defilare un poco l’ubicazione del nuovo impianto, spostandolo verso il muro di cinta, così da dare profondità alla vista.
Vicino ai cespugli di bosso per non lasciare lo spazio vuoto, si potrebbero mettere bulbose o erbacee perenni come Iris bianchi, Agapanto (anch'esso nella varietà bianca),  lavanda o rose rifiorenti tappezzanti o, ancora, se il clima lo consente delle peonie o delle ortensie. 
Gingko biloba
La specie arborea di nuovo impianto, per forza di cose, dovrà essere di sviluppo contenuto e, per evitare, in inverno, di ombreggiare eccessivamente la casa , sarebbe bene sceglierla spogliante. Se si vuole puntare sull’effetto estetico del fogliame si potrebbe pensare di utilizzare Gingko biloba , specie che cresce molto lentamente e ha sviluppo colonnare; in autunno le foglie a ventaglio, prima di cadere, diventano di un bel colore giallo dorato. Se si desidera, invece, una specie fiorita penserei al ciliegio da fiore (se il clima è freddo) o in alternativa Albizia julibrissin, una mimosacea dai fiori rosati, a piumino o, ancora, Catalpa speciosa. Si potrebbero utilizzare, altresì, specie da frutto come Diospyros kaki dal magnifico fogliame autunnale o  se viceversa si preferisce un’ombra più decisa  Morus nigra varietà "Platanifolia" che non produce frutti. 
Albizia julibrissin
 
Catalpa speciosa
 

Trachelospermum
  Vorrei dire, inoltre, che il muro che incombe sul giardino mi pare un poco spoglio. Se non c’è un particolare motivo a tenerlo “nudo” lo si potrebbe un po’ rivestire con Trachelospermum jasminoides o Ficus repens, o in alternativa con la classica edera o vite americana (spogliante).

Conclusioni
Hai fatto scelte ben precise per il tuo giardino, dimostrando di sapere esattamente quello che vuoi; al di la dei miei consigli,  la visita di un buon vivaio insieme ad un'osservazione accorta dei giardini vicini  rimane la migliore tattica per una scelta oculata.

3 commenti:

  1. Ciao Marcella Grazie!!! Come hai capito amo i giardini semplici e amo i fiori bianchi. Forse perchè hanno bisogno di poca manutenzione amo i giardini minimalisti, mi piacciono molto i giardini di Luciano Giubbilei. Bella l'infiorescenza dell'Albizia julibrissin ma bella anche la Catalpa. Sono tornata qualche giorno fa dall'Olanda e ho visto in un giardino un albero (tipo gelso) ma con delle foglie enormi, sembravano fazzoletti. Mia zia mi ha detto che i proprietari volevano tagliarlo ma il comune non ha dato il permesso. Stupidamente non l'ho fotografato...Ora faccio una ricerca su questi alberi e poi stampo le foto. Grazie amica del blog!

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  2. Risposte
    1. Grazie Santi, un vecchio post a cui sono affezionata

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