Non potevano chiamarla Ugo?
Antefatto
Penso che le nuove generazioni non abbiano il piacere della scrittura; il suono melodico di parole estese li disturba, tutto deve essere abbreviato, accorciato, scritto con ritmo sincopato fatto di consonanti attaccate, senza uno straccio di mezza vocale; c6 (ci sei?, sei presente?), msg (messaggio), cmq (comunque), cpf (ce la puoi fare), xkè (perché), Kimika (Chimica!!!); nello slang giovanile dei miei alunni, anche sui loro diari, i sentimenti sono ridotti ad un acronimo: tvb (ti voglio bene) con la variante tvtrb (ti voglio troppo bene); tat (ti amo tanto), tv1kdb (ti voglio un casino di bene), tadb (ti amo di bene)?!!! Con questi precedenti come spiegare agli studenti i capisaldi della botanica sistematica; come spiegare che no, è assolutamente vietato, accorciare, troncare, abbreviare il nome botanico latino delle diverse specie. Durante un’uscita didattica, di fronte ad un magnifico esemplare di Buddleja madagascariensis chiedo di ripetere e memorizzare il nome della specie; Buddleja (ancora, ancora, è corto e si può recepire) ma per l’aggettivo specifico è un disastro:ma-da-ga-sca-ri- en-sis:è troppo lungo! Dopo molti tentativi maldestri un alunno sbotta indispettito: ma prof.: non potevano chiamarla Ugo?
La specie
Buddleja madagascariensis è un arbusto sempreverde della famiglia delle Loganiaceae che, negli ambienti a clima mite, assume sviluppo notevole tanto che, in alcuni paesi tropicali (Hawaii e Nuova Zelanda) è considerata specie invasiva di difficile controllo, se spontaneizzata. Il paese d'origine è il Madagascar ma la si ritrova in un ampia fascia a clima mite arrivando in coltura all'aperto, in Italia, fino alla Riviera Ligure, soprattutto se esposta a sud ed in posizione riparata.
Ha un portamento sarmentoso e dunque si presta ad essere utilizzata come se fosse un rampicante capace di addossarsi con il suoi lunghi tralci a muri di contenimento o alte recinzioni, ricoprendole.
Ha grandi foglie lanceolate, opposte, retinate, di colore verde scuro, con pagina inferiore di aspetto lanuginoso. Fiorisce in inverno quando all’apice degli esili tralci compaiono infiorescenze portate in pannocchie di colore giallo arancione che durano a lungo, sino a primavera. Non è molto frequente ma è un peccato perché specie rustica, esuberante, decorativa. In un giardino vicino casa ce n'è un grande esemplare che ho fotografato per la prima volta ventuno anni fa; alla fine dell'estate gli danno una bella potatura rasa al muro e lui ogni anno ringiovanisce con nuovo vigore; gli sono molto affezionata e, da un po’ di tempo, lo chiamo... “Ugo”.