sabato 21 gennaio 2012

Moro, tarocco e sanguinello: arance d'inverno


Da destra a sinistra: moro, tarocco e sanguinello
“La gradisci una busta di arance?” “Ma certo e mille grazie” rispondo gentile alla cortese richiesta di un amico, anche se di buste di arance avute in regalo questa settimana a casa ne ho già tre; da mio cugino con l’hobby della campagna, dal collega e dall’amico del tennis.

la "busta d'arance"
Dalle nostro parti, Catania e provincia, gennaio è il mese in cui i giardini (per i non siciliani, gli agrumeti) sono carichi di arance; le varietà di arancio dolce tipicamente siciliane, quelle a polpa rossa, le varietà “moro”, “tarocco” e , più avanti con la stagione, anche “sanguinello”, hanno bisogno del freddo per pigmentare e completare la maturazione ed è perciò in gennaio che sono al top  e dunque sono pronte per essere consumate.

Tarocco
Gli agrumeti sono carichi di frutta ma, se la produzione non è da grandi numeri, la raccolta e la successiva commercializzazione non sono, oggi, remunerative. Un amico produttore, ha venduto ad inizio stagione, arance sulla pianta a 35 centesimi il chilo e si è ritenuto fortunato. “Anche se non ci guadagno”, mi dice, “potrò quantomeno riprendermi le spese e non lasciare marcire la frutta sugli alberi”. Tanta produzione: bassi prezzi; tanto bassi da non compensare adeguatamente i costi di produzione che, per gli agrumi, sono particolarmente elevati. La prima voce di spesa è il costo dell’acqua irrigua che viene fornita, a turni, e spesso con il contagocce dai Consorzi di bonifica; ci sono poi le lavorazioni, i trattamenti antiparassitari e le concimazioni; ad essi sono da aggiungere i costi della raccolta.  Fatti due conti, per molti produttori i ricavi non compensano le spese ed in caso di mancata vendita, e da qualche anno a questa parte è questa la regola, non resta che il consumo in famiglia e la distribuzione capillare ad amici e parenti.
Ma non è sempre stato così.

L’arancio dolce (Citrus nobilis) è specie originaria della Cina meridionale ed è arrivata in Europa ad opera dei portoghesi giunti in India nel 1498, doppiando il Capo di Buona Speranza al seguito di Vasco de Gama. I portoghesi introducono l’arancio dolce in patria e da qui, nel corso del XVI secolo, tramite i Genovesi, la specie giunge in Italia. Sarà per questo che in Liguria, sino al secolo scorso, gli agrumeti si chiamavano ancora“portogalliere” ed in Sicilia esisteva una varietà denominata “portualli”. La diffusione dell’arancio dolce o melarancia è inarrestabile; dapprima in Liguria, regione in cui, con lo sviluppo dell’industria dello zucchero, si diffonde la pratica di candire i frutti poi, con il miglioramento dei mezzi di trasporto, la produzioni di arance si sposta progressivamente in Sicilia che per posizione geografica e per il clima aveva condizioni ideali per la coltivazione e la commercializzazione della specie. L’esplosione dell’agrumicoltura nell’isola porta nel corso del 1800 al cambiamento dello stesso paesaggio agricolo siciliano ed anche i giardini di delizia delle case nobili vengono progressivamente trasformati in lussureggianti agrumeti. La Sicilia, dove si realizza principalmente la produzione di arance rosse a polpa pigmentata, conquista in breve la supremazia produttiva nel Mediterraneo che manterrà sino alla seconda guerra mondiale.
Ma, altri paesi produttori si affacciano sul mercato tanto che oggi l’arancio dolce è l’agrume più coltivato nel mondo e costituisce, dopo le banane, la frutta di più ampio consumo.
In tempi recenti le produzioni siciliane cominciano a perdere quote sempre crescenti di mercato a scapito delle arance a polpa bionda di provenienza straniera e il loro consumo diviene sempre più locale e circoscritto. Eppure le arance pigmentate delle varietà moro, tarocco e sanguinello, tipicamente coltivate nel catanese, oggi marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) , hanno peculiarità organolettiche di grande pregio.
I frutti presentano nella buccia e nella polpa particolari pigmenti rossi chiamati antociani, in aggiunta ai carotenoidi comuni a tutti gli altri agrumi, che svolgono importanti funzioni antiossidanti efficaci nella prevenzione dei tumori e inoltre è risaputo che gli agrumi sono ricchi di vitamine del gruppo C, importanti per il potenziamento delle difese immunitarie. In Sicilia mangiare troppe arance si dice che “mette debolezza”, faccia sentire deboli, e secondo mia madre il motivo è semplice. Durante la guerra, nelle campagne dove la famiglia di mia madre, come tante altre in Sicilia, si era rifugiata per sfuggire ai bombardamenti alleati, non c’era gran che da mangiare: solo le arance erano  in abbondanza visto che nessuno più le raccoglieva. E’ vero che a mangiare solo arance si sentivano deboli ma era grazie alle arance che se ne potevano lamentare.
"Ed allora, che ne dici: la gradisci una busta di arance?”; “Ma certamente e mille grazie.”
Bibliografia: F. Calabrese, La favolosa storia degli agrumi (in fotocopia)
Produttori
Distretto produttivo

2 commenti:

  1. Mia cara Marcella, wonderful post!
    In Sicily is very helpful and Etna, which makes the soil suitable.
    In Sicily I love, the segkouinia!
    So, we have also in our garden -5 - orange and -7 - mandarin trees. Do not spray when, just a little manure and water!
    And with bags handing fruits in owr family and friends.
    many greetings
    Ciao

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    1. Magda, Sicily and Greece are brothers countries in the same Mediterranean ! We have the same habits.
      But: what is the main of "segkouinia"!
      Grazie tante e a presto

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