sabato 11 febbraio 2012

Chasmanthe floribunda: un gladiolo africano

Quando, ritornando in macchina da scuola, mi immetto sulla circonvallazione di città, mentalmente mi preparo alla battaglia. Ho un bel dirmi: Marcella, stai calma, non rispondere alle provocazioni, vai per la tua strada, ricordati che tieni famiglia, che sei una persona mite e che in fondo, che ti importa dei comportamenti incivili degli altri utenti della strada? Che ti costa: transeat, non ti curar di loro ma guarda e passa, vai oltre.
Ogni buon proposito si va a fare benedire quando arrivo alla prima rotatoria che dovrebbe regolare e frenare il grande afflusso di macchine in ingresso in città. I catanesi sono nuovi alle rotatorie, le hanno realizzate da poco per sostituire gli snervanti semafori che facevano della “Circonvallazione” un martirio. Ma essendo novellini le rotatorie non le sanno usare. La norma vorrebbe che chi si immette, dopo avere dato la precedenza a chi è già in rotatoria, cominci pure lui a ruotare sino al raggiungimento della sua direzione di uscita, ma non è così; il catanese dentro la rotatoria rettifica, accorcia, strataglia facendo diventare quadro ciò che quadro non è; li vedi arrivare sparati, provenire dalla tua sinistra decisi a tagliarti la strada pretendendo di passarti davanti seguendo percorsi di linee secanti. E’ necessario fare a sportellate per passare, vigendo la legge della giungla. A dispetto dei buoni propositi, forte della mia macchina vecchiotta e furgonata, affronto la strada con piglio deciso. Supero all’arma bianca la prima rotonda e con il nervosismo alle stelle penso che di rotonde ne ho altre tre da superare prima di poter baciare il suolo, arrivata a casa. Ho bisogno di rilassarmi, di allontanare pensieri di guerra e comincio a ripetere un nome che in questi giorni ho in testa: Chasmante floribunda; a voce alta, con lentezza, comincio a scandire il suono delle diverse sillabe: cas man-te pausa, respiro, flooo-ri-buuun-daa; lentamente recito il mantra rilassante che sorprendentemente ha un effetto benefico; prego, signora che fumi, telefoni e senza mani vuoi superarmi a destra, passa pure; caaas-maaan-te, pausa, respiro, flooo-ri-buuun-daa; accomodati giovinastro in moto che fai zig, zag tra le macchine, senza casco; e passa pure tu, vegliardo prepotente che alla tua età come ti fanno ancora circolare proprio non si sa; caaas-maaan-te, pausa, respiro, respiro, flooo-ri-buuun-daaa e anche per oggi, incolume, sono arrivata a casa.

Chasmanthe floribunda


Il nome di questa bulbosa sud africana mi è rimasto in testa perché ne è cominciata la fioritura; l’ho vista in fiore, in questi giorni freddi di febbraio, nei miei punti strategici di osservazione che sono per lo più giardini incolti, angoli di strada, vecchie recinzioni arrugginite. E’ una specie, infatti, che ama la libertà fuggendo alle cure ed attenzione dei giardini che hanno un padrone per vivere allo stato selvatico come nel ricordo ancestrale della sua terra d’origine: l’Africa.


Gladiolo selvatico o giglio cobra viene chiamata la specie per le bellissime infiorescenze di fiori tubulari di colore rosso arancione portate “a bandiera” su steli giganti molto simili al gladiolo, con lunghe foglie disposte a ventaglio, che possono raggiungere e, talvolta, superare il metro e mezzo d’altezza. La specie, partendo da radici tuberose, forma grandi cespi di colore verde chiaro che non amano essere spostati.


Con l’arrivo dell’estate le foglie seccano e la pianta sparisce dalla circolazione per riprendere l’attività vegetativa alle prime piogge d’autunno. Quando l’ho conosciuta si chiamava Tritonia crocata ma il revisionismo botanico imperante l’ha ribattezzata Chasmanthe floribunda della famiglia delle Iridaceae.
Io nel cambio ci ho guadagnato; vuoi mettere il suono apotropaico di ca-sma-nte pausa, respiro, flooo-ri-buuun-daa con Tri-to-nia pausa cro-ca-ta; quest’ultimo non ha per niente un suono scaccia guai.

Se vuoi approfondire: Crocosmia and Chasmanthe

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