Il mio nome vuol dire “non mi bagno” e dire che, dove vivo, ne avrei spesso l’occasione;
Il Capelvenere è una piccola felce, unica rappresentate della Famiglia delle Adiantaceae in Italia, dalle foglioline a forma di ventaglio e portamento delicato e ricadente che cresce allo stato spontaneo nel calcare vicino a sorgenti o sulle rive di corsi d’acqua o all’interno di umide cisterne, in penombra. E’ specie diffusa anche come pianta da appartamento, prediligendo a questo proposito i bagni di casa. E’ così chiamata perché i piccioli fogliari sono scuri e sottilissimi come capelli. Il nome botanico del Genere Adiantum deriva dalla parola greca “ adianton” che significa “non bagnato, asciutto”; le foglioline, infatti, restano asciutte anche se le si immerge nell’acqua e le gocce di pioggia e di rugiada scivolano su di esse senza inumidirle.
Nello specifico sono dedicata ad Afrodite, dea della bellezza
I botanici, nei secoli hanno dedicato molte specie alla bellezza di Venere (Afrodite, in greco); c’è il “pettine di Venere” (Scandix pecten-veneris); l’ombelico di Venere (Cotyledon umbelicus-veneris;) il labbro di Venere (Labrum veneris o Agrostemna coronaria); la scarpetta di Venere (Cypripedium) ed infine anche il “Capelvenere”(Adiantum capillus veneris).
Nel romanzo “la luna ed i falò” di Cesare Pavese così si legge:
Nei tufi sopra le vigne vidi il primo grottino, una di quelle cavernette dove si tengono le zappe, oppure, se fanno sorgente, c’è nell’ombra, nell’acqua.....
A Santo Stefano Belbo, tra le colline piemontesi, nacque nel 1908 Cesare Pavese, morto suicida, a soli 42 a Torino, nel 1950. Lo scrittore amò, tra le molte piante delle sue colline, il capelvenere affascinato dalla sue presenza gentile nella semi oscurità delle grotte e negli anfratti; la specie è spesso citata in alcuni brani dei suoi racconti come “La luna ed i falò” ed il “Il diavolo sulle colline”.
Sin dal XVII secolo, con il mio sciroppo, si preparava una bevanda chiamata “Bavarese”, oggi un poco dimenticata
Ad Acilia, quartiere periferico di Roma c'è una piazza a me dedicata;
Bibliografia:
A. Cattabiani, Florario, Arnoldo Mondadori Editore, 1996, Milano
C. Lunardi, Visti e raccontati: Vive in ombra, gentile e un po' misteriosa.. Gardenia ?
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