sabato 19 maggio 2012

Adiantum capillus-veneris:soluzione quiz botanico aprile 012



Il mio nome vuol dire “non mi bagno” e dire che, dove vivo,  ne avrei spesso l’occasione;
Il Capelvenere è una piccola felce, unica rappresentate della Famiglia delle Adiantaceae in Italia, dalle foglioline a forma di ventaglio e portamento delicato e ricadente che cresce allo stato spontaneo nel calcare vicino a sorgenti o sulle rive di corsi d’acqua o all’interno di umide cisterne, in penombra. E’ specie diffusa anche come pianta da appartamento, prediligendo a questo proposito i bagni di casa. E’ così chiamata perché i piccioli fogliari sono scuri e sottilissimi come capelli. Il nome botanico del Genere Adiantum deriva dalla parola greca “ adianton” che significa “non bagnato, asciutto”; le foglioline, infatti, restano asciutte anche se le si immerge nell’acqua e le gocce di pioggia e di rugiada scivolano su di esse senza inumidirle.
 
Nello specifico sono dedicata ad Afrodite, dea della bellezza
I botanici, nei secoli hanno dedicato molte specie alla bellezza di Venere (Afrodite, in greco); c’è il “pettine di Venere” (Scandix pecten-veneris); l’ombelico di Venere (Cotyledon umbelicus-veneris;) il labbro di Venere (Labrum veneris o Agrostemna coronaria); la scarpetta di Venere (Cypripedium) ed infine anche il “Capelvenere”(Adiantum capillus veneris).
 
Nel romanzo “la luna ed i falò” di Cesare Pavese così si legge:
 Nei tufi sopra le vigne vidi il primo grottino, una di quelle cavernette dove si tengono le zappe, oppure, se fanno sorgente, c’è nell’ombra, nell’acqua.....
 
A Santo Stefano Belbo, tra le colline piemontesi, nacque nel 1908 Cesare Pavese, morto suicida, a soli 42 a Torino, nel 1950. Lo scrittore amò, tra le molte piante delle sue colline, il capelvenere affascinato dalla sue presenza gentile nella semi oscurità delle grotte e negli anfratti; la specie è spesso citata  in alcuni brani dei suoi racconti come “La luna ed i falò” ed il “Il diavolo sulle colline”.
 
Sin dal XVII secolo, con il mio sciroppo, si preparava una bevanda chiamata “Bavarese”, oggi un poco dimenticata
Nel XVII secolo lo sciroppo di capelvenere, mescolato con il tè e con il latte caldo, era una bevanda molto apprezzata chiamata "bavarese".  In erboristeria il capelvenere è una delle piante più utilizzate per combattere i sintomi del raffreddore, della tosse e dell’influenza.
 
Ad Acilia, quartiere periferico di Roma c'è una piazza a me dedicata;
Acilia è un quartiere periferico di Roma, fatto costruire da Mussolini nel 1924 per trasferirvi gli abitanti di Roma sfrattati dai quartieri dei Fori Imperiali e di Via del Teatro di Marcello. Nella zona nord del quartiere c’è la Piazza Capelvenere che prende il nome dalla statua della divinità posta a decoro di una fontana.

Bibliografia:
A. Cattabiani, Florario, Arnoldo Mondadori Editore, 1996, Milano
C. Lunardi, Visti e raccontati: Vive in ombra, gentile e un po' misteriosa.. Gardenia ?

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