mercoledì 11 luglio 2012

Parkinsonia aculeata: un piccolo albero dalla chioma dorata

Molte piante esotiche da fiore non usuali che oggi si ritrovano in parchi e giardini catanesi sono state introdotte, in città, a partire dagli anni settanta, dal Cav. Ettore Paternò del Toscano, gentiluomo di vecchio stampo, profondo conoscitore della flora esotica e tropicale, soprattutto palme, di cui amava circondarsi nell’ immenso parco giardino della sua casa alle pendici dell’Etna. Per supportare la sua grande passione e competenza per le specie esotiche riconvertì a poco a poco gli agrumeti di famiglia in vivai dove, partendo da semi che reperiva in tutto il mondo cominciò a produrre generi di palme allora poco diffusi come Erythea, Cocos, Caryota, Arcantophoenix, Jubaea, Raphys ed altre essenze tropicali come ficus, yucche, dasylirion, dioon , zamia, opuntie, cycas, furcrea. 
In un lontano giorno d’agosto dell’anno 1993, Guglielmo Betto, anche lui profondo conoscitore ed intenditore di palme, che veniva ogni estate con la famiglia in vacanza a Siracusa, dov’era nato, volle conoscerlo. Ricordo una magnifica giornata trascorsa in religioso ascolto a sentirli parlare di un mondo botanico fantastico fatto di colori e profumi tropicali pregustando l'ombra di un enorme Ficus magnolioides che lo stesso Cavaliere aveva messo a dimora in gioventù nella tenuta di San Giorgio, sede del suo vivaio. Molte delle più belle sistemazioni a verde realizzate negli ultimi trent’anni, a Catania, si devono al Cav. Paternò, alla sua visione dei giardini come rappresentazione scenografica della natura, perfetta commistione tra flora locale e piante provenienti da paesi lontani che, in Sicilia, hanno dimostrato di sapersi ambientare come fossero a casa propria. 
Tra le specie da fiore che più amava e che inseriva sempre nei suoi giardini quasi a firma del suo operato vi è un piccolo albero proveniente dall’America tropicale denominato Parkinsonia aculeata.
Così il Cav. descriveva la specie nel libro “Luci ed ombre nei giardini siciliani” scritto a quattro mani con la moglie Maria Antonietta nel 1995.
“” Parkinsponia aculeata è un piccolo albero di forma estremamente aggraziata, dal tronco spinoso, molto ramificato, e dalla chioma morbida e leggera formata da lunghi rachidi che reggono numerosissime foglioline lunghe e sottili di un bel verde tenero. Non supera generalmente i 4/5 metri d’altezza ed ha un’abbondante fioritura che dura da maggio a luglio con fiorellini gialli dal centro rosso. Di crescita decisamente rapida si adatta a tutti i terreni compresi quelli con abbondante calcare e anche a tutti i climi purché la temperatura non scenda al di sotto dello 0°. Merita la massima diffusione perché è preziosa per risaltare piacevolmente con il suo colore chiaro contro piante dal fogliame scuro “”

Parkinsonia aculeata è una pianta che a me piace molto; la chioma leggera, composta da verdi ramoscelli pendenti, ha l’aspetto di un etereo piumaggio che avvolge il tronco breve, soffuso del giallo ed arancio dei fiori, prodotti in estate in quantità e per un lungo periodo e che richiamano a frotte api ed insetti attirati da un lieve profumo di miele.

La specie è, come dice il termine specifico “ aculeata”; da ogni nodo di rametti partono 2 o 4 foglie e sempre una spina solida e robusta che ne giustifica il nome inglese di “spina di Gerusalemme”. Come tutte le Fabaceae la specie produce lunghi baccelli marrone chiaro, appiattiti che restano a lungo appesi alla pianta. E’ un piccolo albero molto resistente alla siccità e alla salinità del terreno e dunque dovrebbe trovare ampia diffusione lungo le strade che costeggiano il mare. Inoltre ha un tronco elastico che si inclina fortemente sotto l’azione del vento ma che, al cessare di questo, riprende la posizione naturale. Il Cavaliere Ettore Paternò è morto pochi anni or sono ma, a testimonianza della sua passione, rimane la sua casa ed il suo parco, inserito a buon diritto tra i Grandi Giardini Italiani, visitabile su prenotazione.
Rimangono soprattutto le sue creazioni, i suoi giardini che io vado periodicamente a rivedere; in questa stagione la parkinsonia è in fiore ed io ne annuso spesso il profumo: sono convinta che, al Cavaliere, la cosa farebbe molto piacere.

articolo interessante sull'argomento


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