domenica 26 agosto 2012

I gigli di mare dell'isola di Linosa

Linosa è una piccola isola vulcanica appartenente al gruppo delle Pelagie insieme a Lampedusa e allo scoglio disabitato di Lampione; ubicata a metà strada tra le coste siciliane e l’Africa dista circa tre ore di aliscafo da Porto Empedocle o sei ore di nave. Un’isola vulcanica spersa nel Mediterraneo, tutta diversa da Lampedusa, isola di origine calcarea; a Linosa il nero della sabbia e della roccia rendono il paesaggio aspro e difficile sia per la vita vegetale che per i pochi abitanti che vi risiedono tutto l’anno.
Linosa è infatti costituita da un insieme di crateri e coni vulcanici spenti risalenti al quaternario, originatisi da fenomeni eruttivi che hanno portato alla formazione, al di la della Sicilia, anche dell’isola di Pantelleria. Il terreno di inerte lavico sabbioso, il clima caldo umido, l’elevata intensità luminosa, il vento teso e costante, in parte mitigato dai rilievi interni, la salsedine che corrode ed asciuga, l’assenza di sorgenti d’acqua sono tutti fattori climatici che rendono la vita vegetale e quella dei pochi residenti stabili, difficile e molto selettiva.

Frangivento di foglie di palma a protezione di un pesco
Essenze spontanee arbustive tipiche della flora spontanea del Mediterraneo come lentisco, tamerice, ginepro, euforbia e sommacco sono riunite a formare fitte e basse boscaglie la cui altezza dal suolo non eccede mai l’altezza dei muretti a secco realizzati, a partire dal 1845, dai primi colonizzatori inviati dal governo borbonico a civilizzare l’isola.
Poca varietà anche nelle specie coltivate come fichi, olivo, uva, cappero e lenticchia della quale si coltiva una varietà isolana piccolissima e rossa.
Capparis spinosa
Il fico d’india, specie oramai naturalizzata, contorna i confini delle singole parcelle coltivate a costituire al contempo recinzione e frangivento.


In agosto la maggior parte delle specie spontanee è in estivazione, una pausa vegetativa che fa trascorrere in stasi il periodo peggiore dell’anno nel quale il massimo delle temperature coincide con il minimo delle precipitazioni. In questo contesto climatico “estremo” è quasi un miracolo osservare lungo i sabbioni vulcanici che, ripidi, scendono al mare la fioritura in massa del giglio di mare o Pancratium maritimum una specie bulbosa che a Linosa costituisce un endemismo raro e di rilevante importanza scientifica denominato Pancratium linosae. 
Pancratium linosae
Il genere Pancratium comprende poche specie erbacee, caratterizzate dal possedere grandi bulbi globosi, il cui habitat naturale è nelle sabbie del litorale marino.
Pancratium maritimum
Le foglie sono numerose, lineari e nastriformi, di colore verde glauco e spesso appaiono marcescenti al momento della fioritura.
In estate, portata da uno stelo rigido si forma un’ ombrella di grandi e vistosi fiori bianchi, tubolari, lievemente profumati; ad essi seguono frutti verdi a capsula che contengono semi neri come la pece; questi, trasportati dall’involucro spugnoso, galleggiano sull’acqua e, bordeggiando, bordeggiando, portati dal mare vanno a colonizzare spiagge lontane.
Pancratium linosae

Frutti di Pancratium linosae
Ma Linosa è un’isola spersa nel Mediterraneo: dista 18 miglia da Lampedusa, 59 da Pantelleria, 99  dalla punta estrema della costa meridionale della Sicilia, 77 miglia dall’isola di Malta e 70 dall’Africa. Luogo di confino e soggiorno obbligato ideale per tenere in costrizione, a partire dalla fine dell' 800,  malavitosi comuni e oppositori di regime.
Sito di reperimento
Per quanto abili navigatori, che speranze avranno i semi di Pancratium linosae di colonizzare nuove sabbie litoranee? Ecco ecologicamente spiegata la rarità di un endemismo botanico. Pancrazium linosae non ha molte speranze di migrare, è un giglio di mare costretto al   soggiorno obbligato, a vita.

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