sabato 26 gennaio 2013

Portulacaria afra: ars topiaria in salsa mediterranea


Modellare, plasmare, potare alberi ed arbusti in modo da far prendere loro forma diversa da quella naturale, è questo il significato del termine “ars topiaria”, un artefatto artistico tipico dei giardini formali costruiti tra il XVI e il XVIII secolo dove all’interno di parterre geometrici realizzati con basse siepi di arbusti sempreverdi (tipicamente bosso o tasso) si disponevano essenze fiorite che riproponevano, alla vista dai piani alti delle ville di pertinenza, l’aspetto geometrico di variopinti tappeti o dove, ancora, singoli esemplari dislocati in punti focali del giardino, venivano potati in modo da riprodurre vere e proprie sculture vegetali.
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Non sono molte le specie sempreverdi che si prestano a crescere in modo così controllato, senza una foglia fuori posto e con una compattezza di fogliame sempre inappuntabile; tra le specie più utilizzate perché adattabili, compatte e dotate di grande capacità di sopportazione: bosso, tasso, ligustro, alloro e cipresso. Molte delle specie appena elencate, tuttavia, per quanto adattabili, compatte e dotate di grande capacità di sopportazione, se coltivate in un ambiente a clima caldo, asciutto ed estremamente soleggiato come solo i giardini isolani sanno essere, perdono molto del loro “aplomb”.
 
Che fare? Certamente le sculture vegetali non sono un complemento d’arredo indispensabile nei giardini mediterranei ma poter disporre di una specie sempreverde da utilizzare come bordura, resistente al clima, compatta e che si presti ad essere controllata nella crescita con pochi interventi di potatura è cosa di grande utilità.

E la specie adatta esiste; basta guardarsi intorno e la si vede spesso nei balconi di paese a ricordo di nonne con la passione del verde “autosufficiente” o nei giardini tradizionali per delimitare piccole aiuole fiorite, o segnare di verde ingressi condominiali o demarcare, con spese di manutenzione a costo zero, anche l’ingresso della scuola di mio figlio.



 
 
Portulacaria afra è una specie succulenta originaria del Sud Africa a portamento arbustivo e crescita molto lenta; nei luoghi d’origine è nota come "Spekboom" o “Elephant plant” perché in molte regioni africane, dove la specie cresce spontanea formando vere e proprie praterie, costituisce quasi l'80% della dieta degli elefanti ; in Europa è nota sin dalla fine del settecento come pianta ornamentale di facile coltivazione ed è detta tradizionalmente “ricchezza” forse perché le foglie tondeggianti e carnose sembrano alla vista tante monetine anche se altre specie dalle foglie piccole e tonde come ad esempio Muelhenbeckia sono chiamate allo stesso modo. Portulacaria afra appartiene alla famiglia delle Didiereaceae e presenta un aspetto caratteristico con rami bruni, cilindrici, molto ramificati, rossicci da giovani, grigi successivamente, pendenti nelle piante adulte e molto facili a rompersi, staccandosi dalla pianta; su di essi sono inserite senza picciolo piccole foglie tondeggianti di consistenza carnosa. La specie sembra non fiorire mai, ma ogni tanto lo fa come dopo lunghi , prolungati periodi di siccità seguiti da forti piogge; i fiori sono piccoli, stellati di colore rosa, riuniti in cime ascellari; sono fiori molto melliferi e come tali, tutto intorno ad essi, c’è un gran ronzare.

Ci sono varietà a foglia variegata la cui crescita è ancora più lenta della varietà tipo; tale lentezza comporta un notevole allungamento dell’aspettativa di vita della specie; ne ho visto bordure in giardini di campagna i cui anni si contano in lustri ed in famiglia, tenuta in un vaso disperso in balcone ne abbiamo una pianta appartenuta a mia nonna che non avrà meno di cinquant’anni. Nei giardini siciliani è spesso usata per realizzare basse bordure o siepi divisorie fatte al risparmio visto il contenuto numero di interventi necessari per mantenerne la forma: esempio, direi unico, di ars topiaria in salsa mediterranea.

5 commenti:

  1. Ciao, veramente un bel blog! Complimenti! Lo seguirò con piacere :)

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    1. Ti ringrazio per esserti unito al mio piccolo gruppo di amici; spero vorrai rileggerti il post pubblicato oggi perchè blogger lo aveva postato incompleto; se avrai suggerimenti o richieste da farmi mi renderai felice perchè mi piace molto parlare di verde "insieme" ad altri appassionati

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  2. Una bella prospettiva d'utilizzo per la Portulacaria Afra, ma vorrei porre una domanda: per ottenere la fioritura occorre operare una sorta di "forzatura" della pianta come (tanto per capirci) si fa per i limoni?
    Ne possiedo anch'io alcune che - a mia memoria - sono sempre state in giardino.

    RingraziandoLa rinnovo i miei complimenti.

    Stefano

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    1. Facendo un giro sui forum, a proposito di fioritura della portulacaria, la situazione è varia: c’è chi ha piante che non hanno mai fiorito; chi invece, innaffiando regolarmente in estate dichiara di avere fioriture annuali. Per mia esperienza posso affermare che la fioritura non è molto usuale. La pianta che abbiamo in balcone a cui non dedichiamo nessuna cura colturale dopo tantissimi anni è fiorita in estate senza un perché (abbiamo ipotizzato che la fioritura potesse essere dovuta ad un forte acquazzone seguito da grande caldo). Una ricetta perciò non la so proprio indicare. Per mio conforto guardate qui: http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.plantzafrica.com/plantnop/portulacarafra.htm&prev=/search%3Fq%3Dportulacaria%2Bafra%26hl%3Dit%26tbo%3Dd%26biw%3D1366%26bih%3D576&sa=X&ei=ZXPkUJq4HabS4QSb5oGwDQ&sqi=2&ved=0CGcQ7gEwCA

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    2. Non ci resta che attendere il corso - talvolta non troppo regolare, e per questo ancor più affascinante - della natura.
      Cordialmente.

      Stefano

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