Sophora secundiflora non è un albero molto usuale nelle città del caldo meridione dove imperano altre specie da fiore come Jacaranda, Grevillea, Chorisia o Bauhinia ed è un vero peccato. Io l’ho incontrato a Palermo, nel Giardino di Piazza Garibaldi, seguendo la scia olfattiva di un profumo intenso e stordente molto simile a quello del glicine; con il naso all’insù mi sono ritrovata al cospetto di un piccolo albero sottile ed eretto dalla fitta chioma tondeggiante carico di grappoli di fiori blu azzurrini attorno ai quali era un gran sciamare di ogni sorta di insetto volatore.
I semi sono fagioli dall’incredibile colore scarlatto, velenosissimi perché contengono un potente alcaloide detto citisina; il consumo di un solo seme può provocare nausea, convulsioni e anche morte per asfissia. La strana storia che ho letto a proposito di questi semi riguarda l’uso che di questi fagioli “mescal bean” facevano le popolazioni indiane d’America sin da epoche preistoriche. I semi, infatti venivano utilizzati per procurare visioni divinatorie durante la cerimonia propiziatoria chiamata “Danza del fagiolo rosso”.
Il profumo di questo piccolo albero di origine americana è considerato uno dei più potenti in natura, simile al glicine ma più intenso e fruttato, molto simile all’aroma della viola doppia di Parma. Lo si percepisce anche a distanza e potrebbe essere un toccasana per le piccole aree a verde delle nostre città circondate dai cassonetti della indifferenziata.
Il colore dei fiori, poi, preannuncia, nella precoce primavera, il blu violetto della più gettonata Jacaranda; grandi grappoli pendenti di fiori papilionati che fioriscono scalarmente per un lungo periodo; la particolarità dei grappoli prodotti da questa specie è quella di non avere forma cilindrica, come ad esempio il glicine, ma di essere disposti tutti verso l’esterno della chioma come una larga, corta cravatta pendente in modo da svolgere funzione vessillare per attirare gli insetti impollinatori.
La specie un tempo chiamata Sophora secundiflora, oggi meglio classificata come Calia secundiflora, è un arbusto o più spesso un piccolo albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Fabaceae, originario delle regioni americane del Texas e del Messico settentrionale caratterizzate da clima asciutto e molto caldo con piovaschi estivi. Ha foglie composte imparipennate dalla forma affusolata verso la base piuttosto che verso l’apice della foglia che conferiscono alla pianta una chioma fitta, piena anche all’interno dell’albero che cresce, tuttavia, molto lentamente. Dai fiori, come in tutte le leguminose, si producono dei corti baccelli legnosi indeiscenti profondamente stretti tra i semi che perdurano a lungo sulla pianta aprendosi anche ad un anno di distanza dalla loro produzione.
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Le popolazioni Apache, Comanche, Iowa , i cui nomi abbiamo imparato in mille film western, durante i riti tribali ballavano tutta la notte per poi bere, stremati dalla fatica, un decotto a base di fagioli rossi della Sophora; prima si avevano allucinazioni, poi si vedeva rosso e quindi si finiva per vomitare ed evacuare, raggiungendo uno stato comatoso ritenuto efficace per la purificazione del corpo e dello spirito. Guardando questo gradevole alberello chi avrebbe mai potuto immaginare un passato così pittoresco? Nel nostro clima Sophora secundiflora può essere coltivata in ambienti dove le temperature minime invernali non scendono oltre lo zero; in altre regioni si può tentare di trovare un posto a ridosso di un muro assolato per ripararla dal freddo invernale.
Dove trovarlo:
Pianta che mi ha fatto ri-conoscere un'amica solo l'anno scorso (conoscevo ovviamente la S.Japonica, che è stato anni fa il mio personale "albero dell'illuminazione"..), confermo che proprio alcune settimane fa avevo notato la presenza a Piazza Garibaldi qui a Palermo proprio di questo alberello (entrando, 10-15 metri sulla sinistra), attratto anch'io dal profumo 'violento' e penetrante..
RispondiEliminaTi segnalo che c'è sicuramente un altro esemplare a Villa Trabia!
Jan Mariscalco
Non riesco a trovarlo. Dov'è piazza Garibaldi?
RispondiEliminaVilla Garibaldi vicino al palazzo Chiaramonte Steri, a Piazza Marina...
RispondiEliminaSegnalo che un'altra pianta si trova a Villa Sperlinga in piazza Unità d'Italia, dal lato che guarda il grattacielo.
RispondiEliminaGrazie, ogni partecipazione alla caccia botanica è molto ben voluta
EliminaUn arbusto l'ho scoperto all'istituto agrario di villa Castelnuovo, in via del Fante a Palermo, e un altro in un giardinetto privato che si affaccia sulla via S. Ciro, nel quartiere di Brancaccio, sempre a Palermo
RispondiEliminaNe ho visti due esemplari: uno all'Istituto agrario di villa Castelnuovo, via del Fante, a Palermo, e l'altro in un piccolo giardino privato nella via S. Ciro a Brancaccio, sempre a Palermo.
RispondiEliminaBellissimo articolo. Potrei avere la fonte dei canti della cerimonia presenti nel video?
RispondiEliminaMi dispiace, per la musica del filmato non saprei proprio cosa rispondere
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