Dal 21 giugno del 2013
il vulcano Etna, su proposta del Ministero dell’Ambiente italiano, è stato
inserito dall’UNESCO nell’elenco dei beni costituenti patrimonio dell’umanità essendo
uno dei vulcani più emblematici ed
attivi del mondo e considerandone.. “ i crateri, le ceneri, le colate laviche,
le grotte e la depressione della Valle del Bove una destinazione privilegiata per la ricerca e l’educazione e lo sviluppo di
molte discipline scientifiche come la vulcanologia e la geofisica”.
Pur non facendo particolare riferimento al paesaggio vegetale
presente in queste aree sommitali ritengo
che il riconoscimento sia da intendersi anche dal punto di vista
botanico viste le peculiari specificità della vegetazione a pulvini xerofiti presente
alle quote sommitali del vulcano.
Quasi tutte le specie sono presenti anche in altre montagne
mediterranee ma sull’Etna si sono differenziate ed adattate all’ambiente vulcanico assumendo forme peculiari: Rumex scutatus
forma aetnensis, Anthemis aetnensis, Senecio aetnensis, Viola aetnensis,
Berberis aetnensis e altre ancora, caratterizzate dal possedere un portamento appressato al suolo per
resistere al forte vento, alla forte all’intensità
luminosa e alla siccità delle alte quote
formando una vegetazione a cuscino (pulvino) che ricopre e trattiene le
sabbie inerti. La fioritura della
maggior parte delle specie è estiva ed è
anche questo un adattamento climatico essendo quasi tutte le specie longidiurne in modo da sfruttare al meglio il periodo di
massima lunghezza del giorno a scopi fotosintetici.
Viola aetnensis al riparo dentro l'astragalo |
Anthemis aetnensis, (Asteraceae) o camomilla dell’Etna è una
perenne dal fogliame ramoso che forma
densi cespuglietti tondeggianti e che fiorisce in luglio agosto con vivaci margherite in base al colore delle quali è possibile individuare due varietà: albiflora
e rosea. E’ tra le specie che insieme al Senecio
aetnensis si spinge più in alto fin quasi ai crateri sommitali.
Saponaria sicula è
pianta cespugliosa non più alta di 15 cm
con fusti cespitosi pieni di foglioline che in estate producono infiorescenze di fiori rosati
tubiformi; la si incontra su sabbie vulcaniche di zone anche molto scoscese. Il
nome del genere Saponaria deriva dal latino sapo (sapone) per l’alto contenuto di
saponina presente nelle piante ad esso attribuite.
Rumex scutatus forma
aetnensis, una delle specie più
tipiche del piano alto montano del vulcano presente in cespi sparsi alle più alte
quote; il termine generico Rumex deriverebbe
dal verbo latino ruminare in quanto i romani ne masticavano le foglie per
resistere alla sete.
Cerastium tomentosum
è una piccola pianta a portamento cespitoso con foglie di colore glauco ed aspetto lanoso; produce fiorellini bianchi che spesso fanno capolino da grandi cuscini di
astragalo.
Salendo oltre i 3000 metri di quota le proibitive condizioni
ambientali non rendono più possibile alcuna forma di vita vegetale ed il
paesaggio assume i caratteri del deserto vulcanico.
L'ultima foto fa un certo effetto. Mi è sempre piaciuto il concetto del pionierismo, in qualsiasi campo. Sa di solitudine, di spericolatezza, di coraggio. I pionieri sono persone che la società ritiene un po' pazze ma di cui ha bisogno per esplorare e sfondare nuovi limiti.
RispondiEliminaAlle alte quote del vulcano Etna ci si sente proprio così! pionieri che scappano dalla pazza folla
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