mercoledì 14 agosto 2013

Acokanthera, un arbusto profumato ma assai velenoso

Acokanthera è un arbusto, o più spesso un piccolo alberello, di origine africana presente nei giardini di tradizione in Sicilia e i cui fiori profumati hanno contribuito a definire insieme all’aroma di specie come jasminum, citrus, brugmansia, pittosporum, mandevilla, murraja ed altre specie ancora, l’atmosfera di quei vecchi giardini siciliani di campagna posti a diletto di antiche case padronali circondate da agrumeti o vigneti.  
Erano giardini che i proprietari abitavano in estate e solo dopo il tramonto quando, di ritorno dal lavoro, si andava a prendere il fresco in giardino riposando su panche in pietra che il sole non aveva arroventato perché poste al riparo di arbusti che sapevano convivere con il caldo ed il cui profumo asciutto e pungente aleggiava nell’aria calda della sera mentre l’acqua dalla cisterna scendeva rapida lungo le saie.
Sono i giardini dei tempi in cui il caldo dell’estate siciliana si superava vivendo in case dai muri spessi con le finestre tenute in penombra: persiane accostate, aperture schermate e tende bagnate a rinfrescare le folate d’aria che dal giardino entravano in casa; l’acqua da bere veniva tenuta al fresco nel “bummulu”, orcio di terracotta perennemente avvolto in un panno sempre bagnato e per chi poteva permetterselo, nelle case nobiliari, si passava le giornate torride di luglio in una stanza ad hoc detta “ stanza dello scirocco”; un posto, chiuso, al riparo dal sole, rinfrescato da torri a vento o da intercapedini d’acqua da cui uscire solo con l’arrivo della brezza spazza caldo.
Acokanthera così come altre specie “antiche” ha fatto il suo tempo e nonostante il profumo speciale che si sprigiona dai suoi mazzetti di fiori all’inizio dell’estate, è praticamente scomparsa dai giardini moderni che nessuno ama più frequentare di sera: ci sono le zanzare, i vicini fanno rumore e si sta così freschi in casa se si accende il “clima” e si guarda la TV. Per quei pochi come me, nostalgici, che adorano prendere il fresco in giardino con le gambe spruzzate di Autan, odiano l’aria condizionata e finanche i ventilatori, ma adorano il profumo delle tante specie presenti nei giardini di campagna, riassumo poche notizie utili su Acokanthera spectabilis ( A. oblongifolia nella nuova denominazione GRIN) un bell’arbusto dall’aspetto elegante e delicato ma nelle cui vene scorre un lattice tra i più velenosi del mondo vegetale. 
Acokanthera spectabilis è un arbusto legnoso sempreverde, originario dell’Africa meridionale appartenente alla famiglia delle Apocynaceae; come molte altre specie appartenenti alla stessa famiglia (plumeria, oleandro, allamanda, trachelospermo, strofanto, thevetia) acokanthera ha tessuti vegetali altamente velenosi tanto che la linfa lattiginosa che ne impregna i tessuti veniva utilizzata dalle popolazioni del sud dell’Africa per avvelenare le frecce utilizzate per la caccia all’elefante. Se uno non sa di questa sua intrinseca pericolosità ne apprezza invece particolarmente l’aspetto ornamentale molto attraente per la chioma tondeggiante di un fitto fogliame di colore verde scuro fatto di foglie ovali ed appuntite, coriacee, che in inverno assumono una insolita tonalità violacea.
Nella tarda primavera la parte terminale dei rami, all’ascella delle foglie, si ricopre di grappoli di fiori bianco rosati un poco appiccicosi che emanano un profumo delicato simile al gelsomino. La fioritura si protrae per tre settimane poi ai fiori seguono frutti della dimensione di una grossa oliva di colore cangiante con il progredire della maturazione: prima verdi, poi rosati ed infine nero violacei.
Sembrerebbe che l’unica parte della pianta non tossica sia il frutto maturo ma, nonostante le rassicurazioni di alcuni siti web, mi guarderei dal mangiarne. Sarà per questa sua pericolosità che la specie è divenuta rara nel panorama vegetale ornamentale; vista la velenosità dei suoi frutti molti responsabili di aree pubbliche ne evitano la coltivazione a protezione e tutela dei bambini. La specie abituata al clima africano è naturalmente resistente al caldo, al secco e alla salsedine e si giova di essere coltivata in gruppo.

Oltre alla specie Acokanthera spectabilis ho visto e fotografato all' Orto Botanico di Catania Acokanthera venenata dal fogliame di aspetto più morbido ed aggraziato.
P.S.
La foto senza logo è stata reperita sul web
 
 

2 commenti:

  1. Le tradizioni siciliane che ci hai raccontato sono incantevoli. Buon Ferragosto!

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    1. O, come ho letto da qualche parte,"Buon Capodanno d'estate" anche a te

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