In Sicilia due luoghi posti agli antipodi non solo geografici ma anche culturali dell’isola si contendono la palma di città della plumeria, una specie esotica di origine tropicale che in estate è l’orgoglio di quei giardini o terrazzi che climaticamente se la possono permettere e non sono tanti nel clima mediterraneo.
Palermo capitale e Riposto porto dell’Etna sono due aree climaticamente felici dove la plumeria vegeta bene e soprattutto fiorisce e si moltiplica, diffondendosi di talea in talea da balcone a terrazza, sporgendosi in fuori da ringhiere mal messe di case modeste nei quartieri del porto ma anche da ricche balconate, dove i vasi di plumeria si contano a centinaia nelle collezioni dei non pochi appassionati.
Il perché di tanta affezione è facile dire: Plumeria rubra è specie caraibica che passa l’inverno nel nostro clima in forma quiescente: uno scheletro di rami stecchiti punta in alto verso il blu del cielo con ramificazioni apparentemente prive di vita che tali rimangono sino al primo tepore della tarda primavera quando, in cima ad ogni singola bacchetta, spunta prima timidamente poi con esuberanza tropicale, un grande ciuffo di belle, grandi foglie che portano al centro un corimbo di fiori.
Sono fiori grandi, carnosi che sembrano modellati nella cera, sono fiori come di marzapane con petali pastello che emanano un profumo lieve e serotino.
Plumeria rubra ibrido |
La storia della
plumeria a Palermo vuole che la specie sia stata importata in Europa dai caraibi,
alla fine del settecento, ad opera degli inglesi,
per poi giungere, ai primi dell’ottocento, nel giardino botanico di
acclimatazione di Boccadifalco diffondendosi in seguito nelle case e nel cuore della città.
Anche dall’altra parte dell’isola, sulla costa jonica, nel tratto
che corre da Acireale
verso Messina, ed in particolare a
Riposto, un piccolo paese affacciato sul mare, la plumeria è di casa. Sarà la presenza del massiccio etneo che incombe alle spalle o la vicinanza del mare ma a Riposto si crea un microclima
particolare che fa piovere come da nessun'altra parte in Sicilia ed allora anche qui stesso amore, stessa
passione per la pomelia che fa spuntare vasi fioriti per ogni dove.
Gli appassionati di Riposto tuttavia non si limitano ad
organizzare manifestazioni che ne promuovono la conoscenza e la relativa coltivazione,
ambiscono anche al primato di chi per primo tra Palermo e Riposto abbia avuto
l’onore di importare la plumeria in Sicilia. In seguito a ricerche storiche svolte dall’associazione locale denominata “La Pomelia” il merito toccherebbe all’armatore ripostese
Flamingo che commerciando con i paesi caraibici importò nel 1810 la plumeria a
Riposto facendola poi conoscere nel
decennio successivo ai palermitani. A conferma dell’evento la moglie di
Flamingo, divenuto console di tutte le Russie, avrebbe offerto in dono alcune
talee di plumeria alla moglie dello Zar Nicola II in visita a Palermo.
Sito immagine |
Storie di campanile? Forse si; ma che importa, a seguito del
grande amore per la plumeria delle due popolazioni molti vivaisti isolani si sono specializzati
nella coltivazione e commercializzazione della Plumeria rubra dotandosi di un
assortimento varietale che grazie alle continue ibridazioni effettuate nei paesi
d’origine è diventato sempre più
ampio per tavolozza di colore, sfumature e grandezza del fiore, con un numero
di ibridi tale da soddisfare i gusti dei
sempre più competenti ed esigenti appassionati dell’isola.
Per chi volesse approfittarne a Riposto è ancora in
corso la manifestazione "La Pomelia, fiore esotico della Sicilia" con numerose iniziative concernenti la specie e con la possibilità di acquistare le ultime novità varietali.
Vivaisti siciliani dove trovare Plumeria rubra
invidio i siciliani che hanno un clima subtropicale!! io ne ho 2 di plumerie da ben 8 anni e non ne vogliono sapere di fiorire!!!
RispondiEliminaTi dirò che anche, qui a Catania, non ho avuto miglior fortuna!
EliminaSono particolarmente legato a questa pianta , in primo luogo perchè era la passione giornaliera del mio adorato padre,le accudiva con amore tutti i giorni dell'anno e poi con un pizzico d'orgoglio, perchè nel 1845 la pomelia in oggetto è stata importata e impiantata in sicilia (... con assoluta certezza) , grazie ad un mio antenato :Don Gaetano Fiamingo, console italiano in Russia ,era un uomo straordinario, considerato che era nato alla fine del 1700 ,parlava cinque lingue,sposò una nobildonna Inglese,era anche un' importante armatore , un grande imprenditore e possidente; nato a riposto, ma in seguito trasferitosi a Palermo, per motivi di studio ( era laureato in legge) e di lavoro ( era socio con i Florio ed esportavano con la loro società e le proprie navi a vapore il vino e marsala in tutto il mondo etc. etc.) . Ho fatto copia incolla, di un articolo redatto dal Prof. S. Correnti persona seria e grandissimo studioso della storia della Sicilia e in modo particolare della sua amata città natale che era Riposto .
RispondiEliminaRiposto :"La festa delle pomelie”. Egli sostiene che ad introdurre questa pianta a
Riposto sia stato un marinaio imbarcato su una delle quattro
navi dei fratelli Fiamingo. Il veliero, un brigantino a vapore di grossa
stazza adibito al trasporto delle merci su rotte oceaniche,
si chiamava “Sant’Anna” e proveniva dai Caraibi. L’armatore
Don Gaetano Fiamingo, nato a Riposto nel 1795 e morto a Palermo
nel 1857, portò poi questa pianta a Palermo dove trovò anche
qui un ambiente favorevole e si diffuse rapidamente. Tra l’altro,
il comm. Correnti racconta che la moglie del Fiamingo, l’inglese
Ketty Frost, appassionata cultrice di questa pianta, nel 1845
omaggiò di pomelie la zarina imperatrice Carlotta, quando
questa e il marito Nicola I, Zar di tutte le Russie, vennero ospitati nella ricchissima dimora dei Fiamingo, sede del Consolato
Russo a Palermo. E così spiega come i due maggiori poli della pomelia in Sicilia siano proprio Riposto e Palermo.Valerio Longo Fiamingo.
Grazie, una conferma di prima mano della storia raccontata nel post
EliminaSalve, sono entrato casualmente in questo interessante sito. Senza volere fare sciocchi campanilismi, ma solo storia, il più antico documento storico che cita la plumeria in Sicilia è il "Catalogus plantarum quae asservantur in regio horto.... in Boccadifalco prope Panormum" di Giovanni Gussone, edito a Napoli nel 1821, in cui a pagina 50 è citata la presenza di 5 specie di plumerie. Anche se è presumibile che la loro presenza sia antecedente alla data di pubblicazione, questa è al momento l'unica data certa.
RispondiEliminaCordialmente
Ciao, se tu sei proprio il Pietro Puccio che penso, collezionista di palme ma anche di plumerie, autore con altri del libro: Pomelia Felicissima: storia, botanica e coltivazione della plumeria a Palermo, ritengo che le tue informazioni sono suffragate da ottime conoscenze perciò, grazie tante per il contributo: punto per Palermo e... palla al centro!
EliminaSì, sono io il colpevole... Il testo digitalizzato di Gussone si trova facilmente in rete, ad es. in gooogle libri.
RispondiEliminaSalve a tutti.Bellissime le plumerie che amo moltissimo e che riproduco con grande facilità. Sono orgogliosa della mia, di colore rosa col centro giallo( é un albero alto circa 4 m x 7 ) la cui età é di circa 38 anni.
RispondiEliminaCaspita! Come, dove, quando ti vengo a trovare? :)
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