domenica 26 ottobre 2014

Avocado, il burro dei marinai

Soluzione Quiz botanico ottobre 014
 
Generalità sulla specie
L’avocado, il cui nome botanico è Persea americana,   è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Lauraceae originaria di una vasta area compresa tra Messico, Guatemala e le isole delle Antille anche se già in epoca precolombiana si era diffusa in coltivazione in altri paesi dell’America tropicale.
E’ una specie di rapido accrescimento che può raggiungere l’altezza di 8-15 metri; ha tronco eretto e chioma espansa e globosa con robuste ramificazioni aperte e spesso tortuose; le foglie sono alterne, oblunghe, coriacee e glauche al rovescio; sebbene considerata specie sempreverde alcune varietà perdono le foglie al momento della fioritura ma vengono sostituite rapidamente dalle nuove.
I fiori ermafroditi, piccoli e verdastri sono riuniti in dense pannocchie terminali e presentano una complessa biologia fiorale. Il frutto, portato da un lungo peduncolo, è una drupa a forma di pera di colore verde, viola o quasi nero, a secondo della varietà. L’epicarpo può essere sottile e liscio o più consistente e rugoso; la polpa, di aspetto burroso è di colore verdastro a contatto con l’epidermide mentre mantiene un colore giallo-biancastro al centro e contiene un unico seme di diversa grossezza, di forma sferica o ovoidale.
La polpa è molto ricca di proteine, grassi, sali minerali e vitamine.
La coltivazione dell’avocado si è diffusa nel tempo in tutte le aree a clima tropicale e temperato dove la coltivazione della specie può avvenire con successo nella fascia di coltivazione degli agrumi e più specificatamente del limone. L’avocado richiede infatti autunno ed inverno miti perché temperature di 3-4 gradi sotto lo zero arrecano danni irreversibili alla pianta. Tutte le varietà anche quelle più resistenti alla siccità non possono essere coltivate senza adeguata irrigazione. In Italia la coltivazione di avocado può essere effettuata lungo la Riviera di Ponente, in Sicilia, Calabria, lungo la Penisola Sorrentina ed in Sardegna.
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Gli antichi aztechi mi diedero un nome evocativo della mia forma; sarà per questo che nel 1915 fu ritenuto  assai poco appropriato per designare una rispettabile associazione di coltivatori americani
Le popolazioni native dell'America centro-meridionale coltivavano avocado da 8000 anni prima di Cristo e scelsero per indicarne il frutto un nome che ne evocasse la forma, lo chiamarono infatti: ahuacatl parola, poi semplificata in aguacate, che in lingua Nahuatl significa “testicolo” considerandolo un frutto propiziatorio di fertilità.  Quando il 15 maggio 1915 fu fondata l”’Associazione dei Coltivatori di Avocado della California” gli associati si diedero il nome di California Ahuacate Association in omaggio alle antiche origini azteche del frutto; ma ben presto ci si rese conto del significato del termine originario e dopo un accesso dibattito, il 23 ottobre del 1915, l’associazione cambiò nome scegliendo quello, ritenuto più appropriato, di California Avocado Association.
                                                                         
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Per dimagrire non ti fare ingannare da chi ti consiglia di mangiare i miei frutti a sazietà, per contenuto in grassi gioco alla pari con l’olio di oliva.
Il frutto maturo di avocado ha una polpa cremosa caratterizzata dal possedere un alto contenuto in grassi: 100 grammi di un avocado maturo contengono mediamente 8 grammi di carboidrati e 10-20 grammi di lipidi, ma la percentuale di essi, principalmente monoinsaturi, può arrivare anche al 30 per cento in alcune varietà. Il valore energetico di un chilo di frutti è di 2650 calorie, quattro volte il valore di un chilo di arance tanto da essere considerato, secondo il Guinness dei primati, il più alto nel mondo vegetale più ancora del valore energetico delle olive. Per questo motivo nel ‘700 veniva utilizzato su molte navi come sostituto del burro, spalmato sulle gallette e chiamato per questo “ burro del marinaio”.
L’avocado non incontra particolarmente il gusto del consumatore italiano forse perché la sua polpa non va intesa come quella di un frutto da consumare a fine pasto ma come accompagnamento di pietanze salate. L’avocado è infatti ideale per preparare antipasti o salse agro-dolci da spalmare sul pane. La famosa salsa messicana guacamole è, ad esempio, un antichissimo condimento a base di avocado, ormai diffuso in tutto il mondo. La ricetta originale era costituita dalla sola purea di avocado miscelata con succo di lime e sale, ma con l’andare del tempo è stata arricchita fino ad arrivare ai giorni nostri in una versione molto più elaborata che comprende anche pomodori, chili, cipolla, aglio, pepe da servire con tacos, grissini, verdure crude o pesce lessato.
 
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Se dopo una vacanza al mare gli effetti della tintarella vuoi prolungare non c’è niente di meglio da fare che massaggiarti la pelle con il mio olio
Dalla spremitura a freddo di polpa di avocado si ottiene un olio dalla notevoli virtù antiossidanti adatto per idratare la pelle e rimarginare piccole ferite. Si ritiene infatti che l’olio di avocado penetri la pelle umana più facilmente rispetto ad altri oli come quello di mandorle, mais e olio d'oliva ed è per questo molto usato in cosmetica;  per mantenere a lungo l’abbronzatura estiva , poi, sembrerebbe essere sufficiente massaggiare ogni sera la pelle con una miscela di olio di avocado e  di jojoba. E 'importante notare comunque che alcune persone manifestano reazioni allergiche di varia gravità dopo aver mangiato polpa di avocado.

Mi vuoi del gruppo A o preferisci il B: per non sbagliare prendimi entrambi
I fiori dell’avocado sono ermafroditi ma non c’è sincronismo tra la ricettività degli stimmi e la liberazione del polline. Ogni giorno si verifica una doppia antesi, di mattina e nel pomeriggio; in alcune varietà il gineceo è recettivo di mattina mentre il polline fuoriesce in serata (cultivar del gruppo A) in altre avviene il contrario con ricettività femminile pomeridiana ed il polline disponibile di mattina (cultivar del gruppo B). Perché in un impianto di avocado possa avvenire la fecondazione e la conseguente fruttificazione è necessario siano contemporaneamente presenti cultivar a biologia fiorale complementare con presenza intercalare di individui del gruppo A e del gruppo B. Tuttavia, mentre il fenomeno della doppia fioritura è particolarmente accentuato nei climi caldi, man mano che ci si sposta verso ambienti più freschi il fiore si comporta in modo disordinato con momenti della giornata in cui c’è contemporaneità di fioritura. Tra le cultivar di maggiore diffusione Hass è del gruppo A e Fuerte e Bacon del Gruppo B.

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Sono stata allevata da un postino di Los Angeles e sebbene grinzosa e di pelle scura ho avuto successo in tutto il mondo. 
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Sino agli inizi del 900, la varietà di avocado più diffusa in tutto il mondo era la Fuerte di origine messicana caratterizzata da buona produttività e resistenza al freddo con frutti di colore verde punteggiato che maturano durante l’inverno. Nel 1926 Rudolph Hass, un postino di Los Angeles, ritirò alcune piantine dal Guatemala  per reinnestare vecchie piante di Fuerte presenti in una sua proprietà. 
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Una di queste piante giunta a maturazione cominciò a produrre frutti molti diversi da quelli attesi; il colore dell’epicarpo era nero con andamento grinzoso ma con una polpa di qualità eccellente e con una maturazione molto tardiva che si spingeva sino a primavera inoltrata. Nel 1935 il signor Hass brevettò la varietà con il proprio cognome e da allora è una delle cultivar più diffuse in tutto il mondo.
 

4 commenti:

  1. Come sempre una bellissima descrizione.

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    1. Come diceva Topo Gigio quando ero piccola: "Cosa mi dici mai..!

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  2. Altra meraviglia della natura. A proposito di meraviglie, la scorsa settimana mi sono goduta una visita all'orto botanico di Palermo. Grazie per le tue sempre interessanti spiegazioni!

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    1. Saperlo, avrei avuto un buon motivo per ri-ri-ri vedere l'Orto di Palermo in buona compagnia

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