martedì 23 dicembre 2014

Le "cone" della Novena di Natale per#natalealverde

Dai tempi più antichi e fino agli anni 50, 60 del Novecento era tradizione nei paesi siciliani prepararsi al Natale partecipando ai riti dell’Avvento che avevano inizio la sera del 16 dicembre e si protraevano per nove giorni (Novena) sino alla notte della Vigilia.
Ogni sera, dopo la recita del rosario, ci si riuniva intorno alla “Cona”, un altarino posto per strada all’interno di un’edicola votiva o dentro una nicchia scavata nella facciata delle case terrane che raffigurava l’immagine (icona) della sacra famiglia e che era addobbata con tralci di asparago selvatico, fiocchi di cotone, alloro, foglie di arancio amaro, vischio e fiori ed illuminata da nove lumini che venivano accesi progressivamente nei diversi giorni della novena.
"Cone" ad Adrano
Raccolti in preghiera intorno alle “Cone” si ascoltavano le nenie del Natale (novene) eseguite da pastori che scendevano dalle montagne per cantare, accompagnati dal suono delle cornamuse, momenti della storia sacra, l’Annunciazione e l’adorazione dei Re Magi. Anche Verga descrive questo rito ne ”I Malavoglia”: dove così si legge: “Come s'avvicinava la novena di Natale, i Malavoglia non facevano altro che andare e venire dal cortile di mastro Turi Zuppiddu. Intanto il paese intero si metteva in festa; in ogni casa si ornavano di frasche e d'arance le immagini dei santi, e i fanciulli si affollavano dietro la cornamusa che andava a suonare davanti alle cappellette colla luminaria, accanto agli usci. ”.
La novena era generalmente suddivisa in quattro tempi  della durata di circa dieci minuti ciascuno. Nel primo tempo, veniva suonata una melodia popolare dedicata a Sant’Antonino, nel secondo, una in onore di San Giuseppe; il terzo tempo consisteva, perlopiù, in una serie d’invocazioni alla Madonna e ai Santi (a litanìa) e l’ultimo tempo era eseguito a piacere o del suonatore o del padrone di casa.
Era una festa di felice aggregazione, di attesa per un evento in cui si riponeva la speranza di un futuro migliore, di abbondanza e prosperità e per questo alle Cone si portava in offerta quanto di meglio in campo alimentare si potesse reperire in questa stagione come arance, mandarini, fichidindia e meli cotogni, nespole d’inverno e melograni insieme a dolci fatti in casa, cotognate, mostarde, fichi secchi, datteri, dati in offerta, la notte della Vigilia, allo zampognaro e ai poveri del quartiere.

Sito immagine
In molti paesi della Sicilia, un poco per folclore un poco per tradizione si rinnova ancora oggi il rito della Novena ed è bello partecipare perché del sentimento di appartenenza, del bisogno di aggregazione, del desiderio di condividere abbondanza e prosperità ne sentiamo in tanti la necessità.

Foto di Rosaria Currao

Buona Vigilia a tutti

Questo post partecipa all'iniziativa promossa da AboutgardenL'ortodimichelle e GiatoSalò
Natale al  VERDE!
 In linea con il periodo che stiamo vivendo, la creatività è di scena con le inedite e originali proposte di tanti blogger per un progetto davvero al passo con i tempi!
partecipano con me:




6 commenti:

  1. Che belle tradizioni. Da noi ormai non vengono neanche più a cantare "quelli della Stella": rischiano di essere investiti per strada...

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    1. Marta, grazie; sei sempre così affettuosa a lasciarmi un commento! Per te un affettuoso Buona Natale, personale

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  2. questa per e è una meraviglia assoluta ,un incanto una poesia....quanto sono importanti le tradizioni, identificano sempre bellezza.
    grazie per aver condiviso ..un caldo abbraccio e un Natale sereno
    laura

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    1. Grazie Laura, avervi incontrato è stata una delle cose più belle dell'anno: Auguri!

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  3. che meraviglioso Paese che è l'Italia così ricco di tradizioni, anche da noi come da Marta si sono perse gli antichi usi, ricordo da bambina quando passavano gli zampognari era sempre una festa!!!

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    1. Simonetta, quando avevo mio figlio piccolo ho fatto venire a casa lo zampognaro per un Natale speciale; bei ricordi che spero anche lui manterrà nel tempo

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