Un omaggio alla passione botanica declinata al femminile
Sono state davvero tante le iniziative che quest’anno hanno reso vario ed interessante il programma del Chelsea Fringe Festival Italia, manifestazione del verde all’insegna della creatività e dell’amore per le piante, per i giardini e l’ambiente naturale espresso in molteplici attività (passeggiate, mostre, istallazioni verdi, visite guidate, presentazione di libri) che si stanno svolgendo in giro per l’Italia, dal 16 maggio e sino al 7 giugno nelle città di Milano, Brescia, Bergamo, Firenze ed in Sicilia, nel comprensorio etneo.
Il successo della manifestazione di quest’anno è stato tale che, ad un programma già vario ed interessante, si sono aggiunte in corso d’opera molte altre iniziative che sono state inserite in una particolare sezione del programma denominata “Other italian gardens” (ultime in ordine di tempo: l’apertura al pubblico del Labirinto della Masone di Francesco Maria Ricci e la presentazione a Torino del libro di Simonetta Chiarugi, Buon Gardening).
Tra le eventi itineranti che sono stati ospitati nei giorni scorsi negli Orti Botanici di Milano e Brescia, “Matrioska, la storia di tre grandi donne botaniche del passato”, è un’installazione artistica di Francesca Fadalti , realizzata da Simone Sirtori che dal 3 al 7 giugno farà tappa anche a Bergamo presso l’Orto Botanico Lorenzo Rota; nella giornata del 5 giugno, poi, presso i locali dell’Orto, si terrà una conversazione con Daniela Romano dal titolo: Donne & giardini: divagazioni sul tema.
Non vi nascondo che quando ho letto di questa iniziativa del Fringe mi ha molto incuriosita l’idea artistica di accostare la vita di tre grandi donne italiane del passato, che hanno dedicato una vita al mondo delle piante ed al giardino, (Agata Giovanna Piccolo, Lady Susana Walton, Eva Giuliana Mameli Calvino) a tre piccole matrioske in ceramica, poste sotto la protezione di grandi ombrelli carichi di fiori; ne ho perciò chiesto il significato a Francesca Fadalti che mi ha raccontato come le matriosKe, ceramiche di sua ideazione, vogliono essere un omaggio a tutte le donne e un messaggio contro la violenza.
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:mecardonia 'gold dust',calibrachoa hibrid
superbells in colori assortiti,
verbena peruviana hybrida apricot e strawberry,
edera elegantissima,torenia blu e bianca |
Questo antichissimo oggetto è infatti costituito da più pezzi, ogni pezzo si divide in due parti ed è vuoto al suo interno salvo il più piccolo che si chiama seme. Le mie Matrioske rappresentano il seme, uno per ogni protagonista prescelta; al loro interno si racchiude una speranza, un desiderio importante ed è per questo che, nel corso delle diverse esposizioni, ho pregato il pubblico di scrivere un pensiero e di deporlo dentro le matrioske come simbolo delle sogni e dei desideri che ogni persona si porta dentro. Inoltre queste figure stilizzate dal viso costantemente dolce e dall’atteggiamento paziente si prestano a rappresentare la vita delle tre protagoniste prescelte, così come di molte altre donne, che indipendentemente dalle fatiche e dalle prove subite hanno sempre affrontato le avversità con estrema determinazione, con coraggio e amore.
Chi sono le tre matrioske?
Agata Giovanna Piccolo nasce nel 1891 a Palermo; è la maggiore dei fratelli Piccolo, componenti eclettici e stravaganti di una nobile famiglia siciliana, che ai primi del novecento si ritira a vivere a Capo d’ Orlando in provincia di Messina. Agata a differenza dei fratelli viaggia molto poco e rimane sempre confinata in Sicilia accanto alla madre, alla quale era molto legata e con la quale aveva un legame esclusivo e forte tanto da prometterle, insieme ai fratelli di non sposarsi mai per ripagarla della fuga del padre con una ballerina. Appassionata di cucina e di botanica, si dedica con passione alla realizzazione del giardino che contornava la casa. La sua passione per le piante esotiche la portò, prima in Europa ad importare ed acclimatare nel suo giardino una specie esotica da fiore denominata Puya berteroniana della famiglia delle Bromeliaceae che ad inizio estate produce incredibili fiori blu. La baronessa notificò e descrisse i risultati di questo suo esperimento in un bollettino del Giardino Coloniale di Palermo (Vol. XX-VI, 1963).
Alla sua matrioska, nell'istallazione artistica, è accostata una pianta di hibiscus per simboleggiare l'amore della Baronessa per le piante esotiche.
Giuliana Mameli Calvino nasce a Sassari nel 1886 laureandosi in matematica nel 1905. Continua gli studi laureandosi anche in Scienze Naturali, prima donna italiana laureata in questa disciplina e prima donna ad ottenere la cattedra universitaria di Botanica. La sua fama di studiosa giunge sino a Cuba dove Mario Calvino, agronomo sanremese, dirigeva la Stazione Sperimentale Agronomica di Santiago de la Vegas. Calvino dovendo inserire nel suo gruppo di lavoro un botanico esperto di genetica, in occasione di un viaggio di lavoro in Italia, si reca in visita dalla Mameli. Fu amore a prima vista tanto da chiederle di sposarlo urgentemente e partire con lui. Per quanto eccentrica la richiesta fu accettata e dopo un mese la Mameli raggiunse il marito a Cuba dove dopo qualche anno nacque il figlio Italo. Di ritorno dopo alcuni anni, in Italia, entrambi cominciano a lavorare per la Stazione Sperimentale di Floricoltura di San Remo dedicando tutte le loro energie alla floricoltura, al giardinaggio e all’introduzione ed acclimatazione in Liguria di numerose specie tropicali (avocado, schinus molle, annona, pompelmo, feijoa e altre ancora). Giuliana si impegna molto nel lavoro di promozione della floricoltura anche a livello amatoriale e dirige perciò con il marito due riviste tecniche, pubblica più di 200 testi e si impegna nella redazione della rivista Il giardino fiorito fondata nel 1931. Instancabile nella sua passione per l'ambiente fu uno dei soci fondatori dei primi comitati italiani per la protezione degli uccelli utili in agricoltura e tra le sue proposte vi fu la collocazione di nidi artificiali sugli alberi e nei giardini.
La sua matrioska è accompagnata da un nido opera di Simone Sirtori
Susana Valeria Rosa Maria Gil Passo (1926-2010) nasce in Argentina da una famiglia benestante e all'età di 22 per rendersi indipendente dalla famiglia comincia a lavorare per il Consolato Britannico di Buenos Aires dove conosce William Walton, compositore quarantaseienne, genio della musica britannica. La sera stessa, Walton sorprende Susana chiedendole di sposarlo; dopo due settimane si sposano e due mesi dopo partono per l’Europa. La coppia nel 1949 si stabilisce a Forio di Ischia dove acquista un terreno in una gola di origine vulcanica per costruirvi la propria casa. E' Russell Page che disegna il giardino ma è soprattutto Susana che si dedica con la sua leggendaria energia e competenza botanica alla sua realizzazione facendo di un luogo arido ed impervio un paradiso di specie esotiche. La sua matrioska è contraddistinta da sassi blu ed una pianta di mirto in ricordo dei Giardini La Mortella alla cui realizzazione la Walton si è dedicata tutta la vita.
Se l'argomento vi interessa e vorrete continuare a conversare di “Donne e botanica “ non dovrete mancare allora il prossimo appuntamento con Daniela Romano, giorno 5 giugno alle 18,30 nei locali dell’Orto Botanico di Bergamo.