Soluzione quiz botanico luglio 015
Il sommacco è un arbusto cespuglioso appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae, diffuso allo stato spontaneo nell'Europa mediterranea e in Asia occidentale ma presente anche in altri continenti; del genere Rhus fanno parte, infatti, numerose specie come Rhus cotinus o sommacco del carso; R. glabra, R canadensis, R. typhina R. copallina che vanno sotto il nome di sommacco americano; R. pentaphylla o sommacco algerino. La specie di sommacco che ha rivestito, nel passato, maggiore importanza economica è Rhus coriaria, specie asiatica importata in Sicilia dagli arabi (summaq in lingua originale) dove è stata coltivata sino ai primi del novecento come specie di interesse agrario per l’alto contenuto in tannino delle sue foglie, utilizzato per la concia delle pelli e preferito in passato ad altre sostanze tanniche naturali come la corteccia di quercia perché non colorava le pelli e manteneva loro una migliore pieghevolezza.
Anche se da tempo sono considerato antiquato sarei ancora capace di conciarti per le feste
In Sicilia si coltivavano due popolazioni di sommacco chiamate rispettivamente: sommacco ‘Mascolino’, il tipo più ricercato con piante più vigorose e contenuto in tannino in misura del 28%-34%, coltivato particolarmente nelle province della Sicilia occidentale e il sommacco chiamato ‘Femminello’, meno pregiato per un contenuto in sostanze tanniche inferiori e diffuso soprattutto allo stato spontaneo nella parte orientale dell’isola.
Essendo la specie molto pollonifera la coltivazione veniva trattata come fosse un bosco ceduo capitozzando le piante annualmente con il taglio dei nuovi getti quando le foglie assumevano consistenza coriacea; la raccolta si svolgeva nei mesi di giugno, luglio ed era eseguita prevalentemente da manodopera femminile. I germogli riuniti a mazzi venivano lasciati essiccare al sole per 4, 5 giorni poi se ne faceva la trebbiatura per separare le foglie dai piccioli e dal legno.
Le foglie così sminuzzate venivano poste in grandi sacchi e commercializzate o come tali o in una polvere dalla consistenza soffice al tatto, di colore verde grigio, vellutata, di odore gradevole. Nel 1885, con oltre 28.000 ettari coltivati, il sommacco rappresentava la terza coltura agraria in Sicilia. Con la scoperta di prodotti chimici alternativi per l’industria conciaria (composti del cromo) l’importanza della coltura è andata riducendosi nel tempo sino a scomparire.Sito immagine |
All’uso dei vecchi contadini, se ti sudano i piedi, metti qualche mia foglia dentro la scarpa, ne proverai un gran sollievo
I fiori del sommacco sono ermafroditi e di colore verde giallino, disposti in infiorescenze che formano dense pannocchie apicali. Il frutto è una drupa semi sferica di colore bruno porporino ricoperta di densa peluria e che trasuda una sostanza resinosa appiccicosa; al suo interno vi è un seme.
Non voglio fare il finto modesto ma sono al primo posto per il mio valore di unità ORAC
I frutti di sommacco presentano un elevato potere antiossidante, carattere al quale si è attribuito, negli ultimi anni, grande importanza nell’alimentazione umana per contrastare l’azione dei radicali liberi, molecole di scarto prodotte nel corso del metabolismo, capaci di creare disturbi irreversibili alle strutture cellulari. Il valore antiossidante di un alimento si misura in unità ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity) e si ritiene che per riportare in equilibrio il sistema cellulare sarebbe necessario introdurre con l’alimentazione un minimo di 3000- 5000 ORAC al giorno. Ogni antiossidante agisce solo su uno o due radicali liberi specifici, per questo è necessario che ci si nutra con una dieta varia. Sembrerà strano ma tra gli alimenti che apportano più antiossidanti non vi sono né la frutta né la verdura ma le erbe aromatiche e le spezie. Secondo le più recenti indagini di laboratorio, il primato per il contenuto di antiossidanti si attribuisce alla crusca di sommacco che apporta ben 312.400 punti ORAC. Il valore si esprime sempre per etto di prodotto, ma anche se in cucina si usano frazioni di grammo di spezie per insaporire i piatti, questi quantitativi minimi, se presenti ad ogni pasto, contribuiscono al raggiungimento del fabbisogno giornaliero.
Tra i sette piatti del nuovo giorno il mio simboleggia l’asprezza della vita
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In molti paesi medio orientali ( Iran, Azerbaigian, Afghanistan e in vari paesi dell’Asia centrale come il Turkmenistan e il Tagikistan) il primo giorno di primavera (21 marzo ma in alcuni paesi anche il 20 dello stesso mese) ricorre la festa del Nowruz che festeggia il Capodanno, il nuovo giorno e l’inizio della “stagione della rinascita”. Una delle tradizioni più importanti collegate alla festa è l’Haft Sin (7 esse), la preparazione cioè di una tavolata imbandita con sette oggetti il cui nome iniziano con la S: sabzeh (chicchi di lenticchie, orzo o frumento fatti germogliare che simboleggiano la rinascita); samanu (impasto di orzo germogliato e tostato che simboleggia l’abbondanza), senjed (frutti secchi di oleastro, simboleggiano l’amore); sîr (l’aglio, che simboleggia la salute); sîb (le mele, scrupolosamente rosse e lucidissime, che simboleggiano la bellezza), somaq (le bacche drupe di sommacco che col loro sapore simboleggiano l’asprezza della vita); serkeh ( l’aceto, che simboleggia la pazienza e la saggezza).
Se questa estate passi da Beirut fatti dare la ricetta dello Za'atar che fa così buone le manakish
Il sommacco è un ingrediente essenziale nella cucina araba, spesso preferito al limone per acidità e astringenza. Se ne usano le bacche essiccate e schiacciate per formare una polvere grossolana viola-rosso dal sapore leggermente aromatico, amaro, astringente e fruttato.
La polvere di sommacco è strofinata sul kebab prima di cuocere e può essere utilizzata in questo modo con pesce o pollo, in stufati e verdure ed è spesso mischiata con le cipolle.
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La cucina libanese è famosa per i suoi antipasti frequentemente accompagnati da pane o da impasti di farine e spezie a formare pizze e focacce tradizionali. Fra le tante la manakish b’zaatar, è una focaccia impastata con lo Zaatar, una miscela di sommacco, timo, sesamo, sale e origano che può essere preparata per colazione o degustata a qualsiasi ora del giorno.
Piacevole sorpresa, avendo letto tante cose raffazzonate; unico neo il frutto del sommacco è prima definito drupa, poi bacca: botanicamente inconciliabili a mio parere. Ne sono comunque contento
RispondiEliminaDrupe, sono drupe; grazie per la precisazione e... i complimenti
EliminaMa puo' essere un allucinogeno
EliminaNon mi risulta questo particolare aspetto della pianta
EliminaUn articolo interessante, nel mio terreno , provincia di Agrigento, la pianta di Somma è spontanea, cresce su terreni incolti e produce una pannocchia piccola. Raccolgo le drupe nel mese di agosto e dopo averle fatte essiccare, al naturale ,le utilizzo quotidianamente, adopo averle macinate. La considero una spezia pregiata con un mercato di nicchia. Attualmente sta interessando anche la produzione di birra artigianale.È conosciuta anche per una azione benefica sui piedi.
EliminaIl sommacco sta suscitando nuovo interesse; un lettore ad esempio mi ha scritto perché cerca in Sicilia chi potrebbe produrre sommacco per una sua attività laboratoriale. Se qualcuno lo coltiva o raccoglie ed è interessato può mettersi in contatto con me che farò da tramite.
Eliminama come si essiccano ?
RispondiEliminaO si raccoglievano le foglie man mano che maturavano assumendo consistenza coriacea oppure qualora la raccolta veniva fatta per potatura delle piante si facevano essiccare i germogli. In tal caso il materiale ottenuto da potatura in piena estate veniva fatte asciugare per 4-7 giorni all'aperto prima di essere trebbiati per recuperare le foglie oramai secche. Al giorno d'oggi si potrebbe provare con un essiccatore mantenendo una temperatura di circa 40 gradi per due o tre giorni fino a che non ci sia più variazione di peso. Il metodo vale soprattutto per l'essiccazione dei frutti
EliminaDove posso acquistare o da chi il sommacco siciliano?
RispondiEliminaHo trovato in Sicilia un vivaista che dice di produrne alcune piante, si chiama Gian Luca Pannocchietti e gestisce il vivaio Radice Sicula: https://www.facebook.com/gianlucapannocchietti/
EliminaChi fosse interessato produco ed essicco sumac 3298781554
RispondiEliminaQuest'articolo l'ho letteralmente divorato. Complimenti. Con tanto sommacco spontaneo (io ne vedo tanto a Taormina) come faccio a capire se è la varietà "masculina" o comunque che varietà è e se il frutto è edule? Grazie
RispondiEliminasono interessato
EliminaAlberto 3401040513
Ehh, qui ci vuole un vero esperto, credo che il sommacco delle nostre campagne si sia oramai spontaneizzato ed abbia perso i caratteri varietali. Nessuno meglio di un produttore potrà dare indicazioni; consiglio perciò di rivolgersi ai precedenti commentatori.
RispondiEliminaVorrei sapere del potenziale mellifero del sommacco. Grazie
RispondiEliminaMi informerò e le farò sapere
EliminaHo contattato una mia cara amica, la Professoressa Mazzeo del Dipartimento Di3A- Unict di Catania che si occupa di Entomologia e di api ;.mi ha consigliato il libro: Fiori e api, autori Ricciardelli d'Albore - Intoppa dove si legge testualmente: "Rhus L. Comprende quattro specie arboree, R. coriaria (Sommacco) coltivato nelle regioni del Mediterraneo per l’estrazione di resine e tannini ma anche spontaneo negli incolti aridi, fiorisce a giugno-luglio. A scopo ornamentale si coltiva R. thyphina L.(Scotano d’America) la cui fioritura avviene all’inizio dell’estate. Rhus risulta in genere discretamente appetito per il nettare ma la sua rappresentatività nei mieli è bassa". Spero di essere stata utile
Elimina" Il genere Rhus risulta eneralmente