Blufi è un piccolo paese siciliano dell’Alta valle del Salso posto a 600 metri d’altezza, ai margini del Parco delle Madonie. E’ diventato comune autonomo soltanto a partire dal 1972 staccandosi da quello di Petralia Soprana e vi abitano poco più di mille persone suddivise in numerose frazioni sparse su una superficie territoriale di non oltre 22 kmq. Il nome, un poco buffo, del paese, è un toponimo che compare a partire dal XIII secolo, probabilmente di origine araba, derivato dall’etimo be luf che indica il nome in arabo di una cucurbitacea, la Luffa cylindrica che evidentemente doveva essere coltivata in zona.
Il paese non ha turisticamente molto da offrire se non qualche Sagra ed il Santuario della Madonna dell’ Olio, posto a pochi chilometri dal paese, la cui costruzione ha origini medievali con rimaneggiamenti successivi anche recenti, in un luogo rinomato sin dall’antichità per una sorgente di olio minerale usato per la sua funzione medicinale contro le malattie dermatologiche.Pur essendo siciliana non ero mai stata a Blufi e non ne conoscevo l’esistenza sino a qualche giorno fa, quando un amico , Michele, mi spedisce una foto di un campo di tulipani spontanei, un mare rosso ondeggiante che riempie la vista e l’orizzonte stagliandosi contro il cielo blu e la neve che in questi giorni di inizio primavera ricopre ancora le Madonie.
Il luogo dello scatto? Il santuario della Madonna dell’Olio a Blufi: un paesaggio di una bellezza folgorante ed inaspettata e per me, in particolare, sorprendente se si considera che l’anno scorso per vedere un prato di tulipani (coltivati) sono salita fino a Vescovana, nel Veneto, per assistere a Giardinity una manifestazione che ha luogo nella villa della Contessa Pisani e che ha il suo punto di forza negli oltre 70000 tulipani olandesi messi a dimora in modo apparentemente spontaneo nel grande prato prospiciente la Villa.
A Vescovana la vista di tanti tulipani di ogni foggia e colore che punteggiavano il prato, creando un colpo d'occhio fantastico, mi aveva emozionato ma ora so che non può esserci confronto con la bellezza di questa enorme macchia rossa di tulipani selvatici di Blufi, che ondeggia nel vento.
Il tulipano che cresce a Blufi è classificato botanicamente come Tulipa raddii o Tulipa praecox, una specie che pur essendo di origine medio orientale si è naturalizzata in diverse regioni italiane probabilmente sfuggendo da qualche giardino e che ha uno dei massimi popolamenti proprio in questo campo che guarda il Santuario.
In realtà secondo The Plant List la specie avrebbe un altro sinonimo in Tulipa agenensis ma molti post degli esperti del gruppo Forum Acta Plantarum trovano differenze evidenti tra le due specie: nella lunghezza delle foglie in rapporto a quella del fusto, nella forma dei fiori, nella forma della macchia nera e dell'apice del margine giallastro presente nei tepali interni, la presenza o meno di una banda interna longitudinale gialla; insomma tutti gli indizi porterebbero ad indicare per i tulipani di Blufi le caratteristiche specifiche di Tulipa raddii.
Qualche giorno dopo avere ricevuto la foto, sono andata anche io a vedere di persona questo paesaggio che ha del miracoloso ed in verità non ci sono foto che ne riescano a catturare per intero la bellezza.
Insieme a me, probabilmente avvisati da un passaparola social, c’erano molti appassionati di fotografia, attrezzati di macchina e treppiede ma purtroppo, fa male dirlo, erano anche tante le persone che raccoglievano tulipani a piene mani in fasci grandi o cassette o ne scavavano i bulbi, probabilmente per realizzare. come ho avuto modo di vedere, ordinate bordure nei giardini di campagna delle villette intorno al Santuario.
Per un paese come Blufi, che ha poco da offrire ai visitatori, questo paesaggio naturale che in tanti siamo venuti ad ammirare potrebbe essere una opportunità per uscire dall'anonimato, un modo per essere ricordato come il paese che sa preservare i suoi tulipani selvatici; a Vescovana ho pagato un ingresso e sono stata contenta di farlo perché dunque non pensare qualche cosa di simile anche per il campo di Blufi? Non c'è molto da tergiversare, se si vuole conservare un paesaggio così effimero; è d'obbligo intervenire perché la bellezza dei tulipani del campo di Blufi, lasciata al saccheggio incontrollato, potrebbe rapidamente del tutto scomparire .
Pensavo ad un campo di papaveri dalla foto,non immaginando neanche tanta bellezza,spontanea.Mai sentito di questo paese,ma per fortuna si può sempre apprendere qualcosa di nuovo,ed i tuoi post sono sempre un'ottima fonte per le mie mille curiosità.Ciao e grazie.
RispondiEliminaCiao, anche io come te sono molto curiosa ed è stata la curiosità a farmi partire alle due del pomeriggio verso il paese di Blufi ed i suoi tulipani.
RispondiEliminaComplimenti professoressa, bellissimi scatti
RispondiEliminaGrazie Michael, mi fa piacere avere il tuo apprezzamento
EliminaBellissimo... Sto scrivendo un romanzo e la protagonista si ferma a Blufi. Vorrei sapere cortesemente fino a quale periodo si possono vedere i tulipani, perché sarebbe bello inserirli in questo romanzo, che è una sorta di "viaggio introspettivo" attraverso tre province siciliane.
RispondiEliminaDipende molto dall'annata ma il massimo della fioritura si ha, in genere, tra la fine di marzo e la metà di aprile con annate di maggiore o minore abbondanza
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