A Siracusa, lungo la via Necropoli Grotticelle che fa da confine al grande Parco archeologico della Neapolis, ha sede la Villa Reimann di proprietà, a partire dagli anni Trenta del Novecento, di Christiane Elisabeth Reimann, facoltosa figlia di un banchiere danese arrivata in Sicilia, così come tanti altri viaggiatori stranieri, insieme al compagno, il dottore Wilhelm Alter, per curare problemi di salute nel clima mite dell’isola e per visitare le sue aree archeologiche; le rovine del teatro greco di Siracusa, le latomie, gli ipogei, il mare di Ortigia colpiranno a tal punto la Reimann da farle decidere, nel 1934, l’acquisto di villa Fegotto costruita da un imprenditore siracusano alla fine dell’Ottocento in una posizione sopraelevata rispetto al nucleo centrale della città; una delle prime espressioni di espansione extraurbana avutasi a Siracusa subito dopo l’Unità d’Italia.
La villa, inizialmente composta da un solo piano, venne dalla Reimann rimodernata con l’aggiunta di un piano superiore e con la creazione di un grande parco.
La Reimann che aveva immaginato la villa come nido d’amore da dividere con il suo compagno, dopo pochi anni burrascosi passati insieme, a seguito dei ripetuti tradimenti del dottor Alter che arrivò addirittura a vendere la villa a sua insaputa, lo lascia e nel 1938 riacquista la casa dove vivrà da sola sino alla sua morte avvenuta a Siracusa nel 1979. Per tutti i siracusani che l’hanno conosciuta la Reimann rimase sino alla fine “la Signorina Reimann” , la Crocerossina dai grandi interessi culturali, frequentemente in viaggio per l’Europa, capace di affrontare da sola la requisizione della villa da parte degli inglesi durante la seconda guerra mondiale ed il suo trasferimento forzato a Floridia, un paese vicino, dal quale, frequentemente a piedi, tornava in villa per controllare la situazione.
Alla sua morte la Reimann scelse di donare l'intera proprietà, per lascito testamentario, al Comune di Siracusa con l’obbligo di destinarla a ..sede perenne di iniziative formative ed educative di rango universitario ed elevato interesse culturale ed infine, dopo anni di abbandono, oggi, Villa Reimann, è sede del Consorzio Universitario Archimede e dell’Associazione Save Villa Reimann che in passato si è battuta perché incuria e disinteresse non calpestassero le ultime volontà della benefattrice.
Molto interessante la visita della villa e del giardino: la residenza, recentemente restaurata, è arredata con parte dei mobili in stile rococò originariamente presenti (altri negli anni sono stati trafugati); una magnifica scala autoportante in marmo di Carrara segna l’accesso alle camere del piano superiore; la biblioteca, il soggiorno, quadri e suppellettili di gusto nordico, la stanza al piano terra dove negli ultimi anni la Reimann, che aveva problemi di deambulazione, dormiva.Tutto, in villa, ci parla del carattere risoluto della Signorina, che, ad esempio da tutti i libri presenti in biblioteca, in astio al compagno che l’aveva tradita, taglia con una forbicina e fa sparire il nome di lui apposto sulla prime pagine di copertina.
Dalla balconata del primo piano con una scala si accede al giardino inglese che guarda a sud; un giardino di acclimatazione dove la Reimann collezionava esemplari acquisiti dagli Orti Botanici di Palermo, Napoli, Catania o fatti arrivare da lontano: palme sopra tutto, molte delle quali sfuggite al punteruolo ( Erithea armata, Jubaea chilensis, Livistona chinensis, Sabal palmetto, Cycas, Washingtonie) ; arbusti esotici come thevetia, acokanthera, meryta, juanulloa, cotynus, Strelitzia alba e Strelitzia reginae; alberi di feijoa, plumeria, jacaranda,schinus, Ficus pandurata.
Nella parte bassa del giardino c’è una collinetta artificiale che raccoglie una collezione di piante succulente e che culmina con un torrino in legno dove la Reimann amava leggere e spingere lo sguardo verso il mare di Ortigia e del Golfo.
Molti i luoghi di relax nel giardino con tavoli, sedute, fontane e vasi tutti realizzati a mano, scolpiti nella pietra siracusana.
Sul fronte della casa invece con esposizione a nord viene impiantato il Giardino delle Esperidi (erano delle Ninfe ed Aretusa era una di loro) in omaggio alla classicità del luogo; un agrumeto a sesto regolare che raccoglie tutte le possibili tipologie di agrumi coltivate in terra di Sicilia: il limone Femminello Siracusano, oggi IGP; arance rosse, arance a polpa bionda, cedri, pompelmi, mandarini; nel viale centrale una collezione di rose antiche, alcune delle quali portate dalla Danimarca.
Ad accrescere l’interesse per la Villa ed il suo Parco è di grande rilevanza la connotazione archeologica del sito. Quando la Reimann acquistò la villa, infatti, era ben consapevole che la proprietà costituiva una naturale continuazione dell’area archeologica Neapolis, in un luogo destinato a necropoli in uso dal periodo greco a quello romano paleocristiano. Si innamorò del luogo perché amava l’archeologia e scriveva in una sua lettera che nel suo giardino “amava dialogare in solitudine con le antichità..” Avviò dunque sistematici scavi individuando diversi ipogei (uno dei quali fu utilizzato come cantina ed altri come rifugi antiaerei durante la guerra) ma anche latomie, luoghi dove gli antichi greci estraevano la pietra da costruzione.
Una di queste, la cosiddetta Latomia del Carratore era attigua alla proprietà e sarebbe stato desiderio della Reitmann acquistarla se non ci fosse stata l’indisponibilità alla vendita della famiglia dei proprietari. La Reimann tuttavia si fece scavare un affaccio sulla latomia dal suo giardino, per godere del fascino delle pietre antiche.
E di antico in questa proprietà oltre che la roccia c’è anche l’acqua, portata da una parte del tracciato del Canale Galermi, un’importante opera di ingegneria idraulica realizzata dai greci nel 480 a.C per ordine del Tiranno Gelone come trionfo dei siracusani sui cartaginesi nella battaglia di Imera. L’acquedotto attinge le acque nell’alta valle dell’Anapo nei territori di Sortino e Pantalica e le trasporta attraverso trincee scavate nella roccia fino al parco Neapolis proprio sopra la Cavea del Teatro greco. Un tratto interrato di questo acquedotto attraversa per circa 400 metri la proprietà Reimann ed in un angolo del giardino dove c’è il pozzo, se ne sente ancora scorrere l’acqua.
Villa Reimann è un appuntamento da non mancare per chi, appassionato del verde, volesse visitare Siracusa; una visita bella e interessante in un luogo ritornato presentabile dopo anni di incuria e dove, con un fitto calendario di appuntamenti culturali (conversazioni, conferenze, dibattiti, tè letterari) si rende finalmente giustizia all’amore che la Signorina Christiane Elisabeth Reimann ebbe per questi luoghi antichi.
P.S.
Ho visitato la Villa in occasione della manifestazione Le vie dei Tesori; ho visitato il giardino e le emergenze archeologiche nelle Giornate del Fai; mi sono documentata sulla flora del parco leggendo l'introvabile pubblicazione: I giardini di Villa Reimann A. Attardo, E. Farinella, 1996, Istituto di Studi Siracusani
P.S:
Catania, 13 novembre 2022
Oggi, a distanza di anni dalla sua pubblicazione, ho ricevuto una missiva riguardo a questo post e siccome l'interlocutore ha tutti i titoli per interloquire a proposito, trascrivo pedissequamente il contenuto della missiva a vantaggio di tutti i lettori: " Dott.ssa buongiorno, ho condiviso un suo articolo del 2019 su villa Reimann. Una descrizione appassionata, scorrevole e veritiera tranne per alcuni piccoli particolari: Il Raggruppamento Save Villa Reimann che coordino non ha sede in Villa, La Reimann non fu mai crocerossina ma prima infermiera danese laureata e diresse per 12 anni l'ICN International Council of Nurse riportandola in auge (oggi contano 20 milioni di iscritti), Riacquistò la Villa nello stesso anno in cui Alter l'aveva venduta (1935), oggi l'acqua del Galermi non scorre più in villa, il Parco esisteva quando acquistò la villa anche se lei lo riordinò con la collocazione di tante piante particolari. Complimenti ancora. Marcello lo Iacono Presidente Associazione Christiane Reimann".