lunedì 24 febbraio 2020

Hatriplex halimus, sapore di sale

Le giornate cominciano a diventare tiepide in questo inverno a finire; sbircio tra i vasi in balcone e scopro il nasturzio in fiore e vedo che sono sul punto di aprirsi i rossi boccioli del gelsomino polyanthum, scambiato in autunno con un vaso di tabacco ornamentale agli incontri tra appassionati del verde che si tengono periodicamente al Vivaio Malvarosa.  Tutto procede speditamente verso il momento clou dell’anno (non è ancora tanto vicino ma già lo percepisco e pregusto) in cui fare il primo rapido bagno di mare per poi crogiolarmi al sole e una volta asciutta, assaporare sulle labbra il sapore di sale: momento perfetto da pregustare.
 
A me piace molto il sapore del sale, lo preferisco di gran lunga al dolce che è un gusto moderno tipico dell’uomo civilizzato mentre il sale ci viene da lontano; moneta di scambio di popoli isolani che dal mare estraevano il conservante naturale per cibi ed alimenti primitivi. Per questo motivo quando ho avuto modo di incontrare, tra le tante offerte di piante officinali prodotte dal vivaio Clagia di Mimmo Terlizzese, Atriplex halimus non me la sono lasciata scappare.
Chiamata anche  porcellana di mare, alimo o più comunemente, e qui siamo in tema, erba sale, Atriplex halimus è una specie arbustiva spontanea di non grandi dimensioni, molto ramificata e con rami frequentemente sarmentosi, che cresce spontanea nel Bacino del Mediterraneo lungo le aree costiere sia di sabbia che rocciose ma anche nei terreni salati dell’entroterra, resistendo bene agli spruzzi di acqua salata e agli elevati contenuti salini del suolo. 
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La specie, che appartiene alla famiglia delle Chenopodiaceae, ha foglie grassocce, persistenti, picciolate e di colore verde grigio con fiori molto piccoli , insignificanti da un punto di vista ornamentale, ma questo è un dettaglio poco importate perché il suo pregio peculiare è nelle sue foglie che sanno di sale e non soltanto, come sembrerebbe naturale, quando la pianta cresce in prossimità del mare, ma anche in vaso, a casa, dove da oltre un anno è sul mio balcone e le cui foglie giovani mantengono il gusto salato in grado di insaporire anche la più sdolcinata delle verdure.  
Le foglie vecchie invece non hanno un sapore da ricordare perché contengono saponine e per questo la pianta era utilizzata per ottenere cenere per la produzione del sapone. La specie viene inoltre considerata un dissalatore naturale dei terreni tanto da essere utilizzata in progetti di recupero ambientale. I testi dicono che si moltiplica per divisione in autunno o primavera prelevando gruppi di germogli basali muniti di radici e piantandoli direttamente a dimora. Si possono fare anche talee nella tarda primavera prelevando la parte apicale dei germogli messi a radicare nella sabbia. Può essere potata drasticamente e sempre ributterà costituendo ottime siepi frangivento vista mare.

Il bello delle piante alofite che cioè, come l’Atriplex , sono amanti del sale, è che non sono poche e spesso sono anche esteticamente gradevoli tanto che è possibile con esse creare angoli suggestivi nei giardini in riva al mare. 
Ho avuto modo di vedere e fotografare nel corso della prima edizione del Festival del Giardinaggio Mediterraneo a Radicepura in Sicilia un giardino denominato Hortus salis di Alejandro O’Neill , un paesaggista nato in Uruguay che utilizza molte piante autoctone nella realizzazione dei suoi giardini.
 
L’elenco delle specie utilizzate per la realizzazione di questo spazio a verde era vario e numeroso annoverando: Tamarix gallica, Teucrium marum, Teucrium fruticans, Pistacia lentiscus, Stipa tenacissima, Artemisia arborescens, Rosmarinus officinalis, Santolina chamaecyparissus, Thymus x citriodorus , Vitex agnus castus, Genista aetnensis, Glaucium flavum, Jacobea maritima, Malva arborea, Matthiola sinuata, Myrtus communis, Phlomis fruticosa, Gaura lindheimeri White, Centaurea sphaerocephala, Euphorbia characias, Euphorbia rigida, Cytisus scoparsi, Cistus x pulverulentus, Helichrysum italicum sub sp. siculum , Thymbra capitata, Achillea maritima
  
 
Nel complesso una composizione gradevole e facile da copiare se si ha la possibilità di trovare il materiale vegetale necessario presso vivai specializzati (in Sicilia, tra gli altri, Piante Faro, Clagia e Iberis ).
Buon sale a tutti! 

4 commenti:

  1. Siamo in ambienti completamente diversi e proprio per questo mi piace vedere le piante che proponi! Complimenti :)

    Ti auguro quella che per te è già primavera :) Buona giornata!

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    1. Anche io ti seguo spesso perché...gli estremi si attraggono!... Buona quarantena pure a te

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  2. A Milano riesce a resistere la pianta del sale in piena terra o devo tenerla in vaso un po' protetta? Grazie

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  3. Nel clima e nel sole della mia calda estate siciliana, in vaso, la pianta mi è morta, contrariamente a quanto avrei preventivato, perciò pur non sapendo come andrà a finire direi: piena terra in luogo riparato.

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