giovedì 7 ottobre 2021

Kivano, il cetriolo cornuto africano

E’ vero che siamo in epoca di globalizzazione; che il nostro cibo sta diventando sempre più omologato a livello mondiale (ho mangiato in estate mele cilene e sudafricane) e che ci sono sempre nuovi sapori sulle nostre tavole, ma mi sono ugualmente stupita nel trovare in Sicilia, in vendita sulla bancarella di una fiera di paese insieme a fichi d’india, pomodori secchi, olive sott’olio, cicerchia e capperi, i frutti bitorzoluti, prodotti in loco, di una cucurbitacea africana che ha nome Kivano. Data la particolarità del prodotto che è un ancestrale cetriolo ingrossato e bitorzoluto a buccia giallo rossa, ne ho comprato due frutti per constatarne di persona il gusto e le caratteristiche lette sui libri e sul web.

Cucumis metuliferus è una cucurbitacea, parente stretta di specie come melone, zucchina e cetriolo. Originaria delle aree meridionali dell'Africa è coltivata come annuale. La specie è stata introdotta dall’Africa in Australia e Nuova Zelanda e qui, a motivo del gusto dei frutti che hanno sapore indefinito tra il kiwi e la banana l’hanno chiamata Kivano; nei paesi d’origine a causa del sua aspetto è, invece, denominata cetriolo cornuto africano o melone cornuto o, in francese, metulon. La denominazione latina specifica, invece, deriva dal termine “metulifer” che fa riferimento alla presenza di piccoli conetti, spine dure, presenti sulla buccia del frutto.
La pianta presenta un fusto erbaceo, pubescente ed angoloso,  strisciante o rampicante, che è definito, come per altre cucurbitacee, “corridore” raggiungendo i tre metri di lunghezza; porta viticci e grandi foglie lobate di colore verde-giallo che sono sul rovescio verde pallido. 
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I fiori unisessuali (monoici, cioè con fiori maschili e femminili sulla stessa pianta) sono di colore giallo a corolla campanulata, imbutiforme e fioriscono in estate; da ottobre a dicembre si producono frutti ovoidali, di 8-10 cm , dalla buccia consistente, inizialmente verde, poi giallo rossastra a maturità; sulla superficie esterna sono presenti numerose gibbosità spinose, conico acute.
La polpa acquosa e di consistenza gelatinosa è di colore verde più o meno intenso ed è contenuta all’interno di spicchi e presenta numerosi semi appiattiti. I frutti nei paesi d’origine vengono consumati sia crudi che cotti. Da crudi vanno mangiati a cucchiaio tagliando il frutto a metà e ingoiando la polpa gelatinosa con tutti i semi. 
Il gusto è indefinito ma ci si sentono note blande di banana, kiwi e cetriolo. Ho letto che ci si può aggiungere zucchero o sale e questo vuol dire che il gusto naturale è sciapo e va in qualche modo esaltato con del condimento, in base ai gusti. Sorprendono tuttavia le innumerevoli proprietà nutritive e curative attribuite al Kivano in letteratura. Da un punto di vista nutrizionale i frutti contengono buoni livelli di vitamine del gruppo C, ferro e potassio; acidi grassi omega ed antiossidanti ed inoltre da un punto di vista curativo vengo attribuiti al kivano effetti curativi ematici, analgesici, antivirali, anti ulcera. La mia impressione è che la specie non può competere per gusto con la nostra frutta stagionale ma può andare bene per preparare cocktail, dessert alla frutta e salse; viceversa in giardino su di un pergolato estivo la pianta ha un suo perché per forma e colore dei frutti. Si semina sul posto in primavera preferendo posizioni soleggiate.
Se volete sapere il mio parere sul sapore del Kivano,  era meglio che compravo, alla Fiera del paese,  castagne e  fichi d’india.

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