All’Orto Botanico di Catania, giovedì 7 dicembre è stata inaugurata una mostra dedicata alla vita e al lavoro di Ettore Paternò del Toscano, paesaggista catanese (1919- 2009) che insieme alla moglie Maria Antonietta Vittorelli ha dedicato tutta la sua vita alla conoscenza e all’acclimatazione in Sicilia di specie esotiche e tropicali, palme soprattutto che coltivava nel grande parco che attorniava la sua casa di Sant’Agata li Battiati.
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Parco Paternò 30 luglio 1993 |
Una passione, quella per le piante, che aveva manifestato fin da ragazzo quando, come lui stesso amava raccontare, piuttosto che la scuola preferiva frequentare l’Orto Botanico di Catania ed il Giardino Bellini, per imparare dai giardinieri il mestiere più bello del mondo che era per lui conoscere e sapere coltivare le piante. Cominciò da prima a piantare platani e tigli nel parco intorno la sua casa ma era la flora tropicale che lo attirava ed iniziò a studiare le esigenze e le caratteristiche di specie esotiche che sembravano potere adattarsi al clima mediterraneo, introducendole nel suo giardino che trasformò, presto, in un parco di acclimatazione.
Fu una vera rivoluzione cultural botanica per quell'epoca, gli anni 70, pensare di rinunciare per il verde ornamentale a specie come thuja, chamaecyparis, photinia o Hibiscus syriacus provenienti da Pistoia e zone affini preferendo ad esse specie sud americane, asiatiche, australiane che in Sicilia a suo dire si potevano coltivare con successo e anche produrre. Nel suo giardino cominciarono ad arrivare da ogni dove specie botaniche ritenute novità per quell’epoca: Brachychiton in diverse specie (come i bellissimi esemplari di Brachychiton rupestris che ancora oggi fanno prezioso il suo giardino; tante palme come jubaea, caryota, howea, sabal, brahea Cocos romanzoffianus (oggi Syagrus romanzoffiana) scelto, quest’ultimo perché adattabile alle basse temperature.
Ed ancora, tra gli alberi, bauhinie, jacarande, eritrine, grevillee, lagunarie, Parkinsonia aculeata,Wigandia caracasana, Pittosporum ondulatum, acokanthera, noline, dracene.Tutte specie che erano state scelte dopo averle studiate sui libri (Hortica, Tropica, Exotica) senza mai spostarsi dal suo studio, e poi acquistate per ogni dove o importate da vivaisti amici. La sua sensibilità botanica lo portava a ricreare nel giardino angoli di foresta dove il fogliame, piuttosto che le fioriture aveva un ruolo dominante. Un verde dalle tante sfumature e tramature che imprimeva movimento e varietà di vedute al giardino filtrando la luce e creando un’ombra sempre diversa, basilare in Sicilia per riuscire a vivere all’aperto l’estate isolana. Il suo era un giardino di luci ed ombre come amava definirlo, tanto da darne il titolo al suo libro "Luci ed ombre nei giardini siciliani" scritto nel 1992 a quattro mani con la moglie Maria Antonietta.
Sono tanti i giardini pubblici e privati che in Sicilia, e non solo, in tanti anni di carriera sono stati realizzati da Ettore Paternò che, a supporto della sua attività di progettista, avviò, su terreni di sua proprietà, un’azienda vivaistica dove produrre le specie da lui più utilizzate nelle sue realizzazioni. Il tratto comune di questi giardini era il modo in cui Ettore Paternò, con sensibilità botanica, riusciva a creare associazioni vegetali di aspetto molto naturale pur utilizzando specie mai cresciute spontaneamente assieme, scegliendo le specie in funzione delle specifiche esigenze climatiche e soprattutto idriche, calibrate in rapporto alla scarsa disponibilità di acqua dei territori in cui i giardini venivano realizzati e adottando nella progettazione, criteri di sostenibilità ed economicità di gestione del verde da ritenersi antesignani per l’epoca; giardini fitti di piante e con molti arredi quali sedute, vasche o terrecotte che rimandavano sempre alla Sicilia attraverso l’uso di ceramiche dai decori tradizionali .
La mostra “Ettore Paternò del Toscano” è stata organizzata, dopo molte vicissitudini, dall' Etna Garden Club di Catania del quale Ettore Paternò fu socio fondatore e Presidente, in collaborazione con Sergio Cumitini di Verde Siderale e l'Orto Botanico di Catania che ha fornito la sede espositiva. I soci del Garden Club hanno partecipato al finanziamento della mostra, aprendo i loro giardini ad un pubblico pagante nel corso di una manifestazione chiamata "Di Giardino in Giardino" che si è tenuta nella primavera di due anni fa. Visitando la mostra, chi ha conosciuto Ettore Paternò proverà nostalgia e commozione rivedendo i suoi libri scoloriti per le continue consultazioni, le foto dei suoi giardini, i progetti originari colorati ad acquarello dalla moglie.
Chi non lo ha conosciuto di persona avrà modo di scoprire le qualità umane e professionali di uno dei più importanti paesaggisti italiani della sua epoca. L’ingresso è gratuito e la mostra rimarrà aperta, esclusa la domenica, sino al 5 gennaio.
PS
Dato il grande successo di pubblico di questi giorni e per permettere la visita a tutti coloro che non ne hanno l’immediata possibilità, la mostra è stata prorogata fino al 15 gennaio, visitabile dal lunedì al venerdì, sabato e domenica chiuso
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