A quale categoria apparterranno le mogli vedove di mariti morti a causa dell'azione infausta causata da questo albero ritenuto a torto o ragione un potenziale killer vegetale? Nel gruppo, fortunatamente molto ristretto, potrebbero rientrare le mogli di giardinieri alle prime armi o di ignari e sfortunati passanti o di uomini sbadati, frequentatori assidui di parchi storici, ubicati limitatamente però, solamente nelle aree mediterranee a clima mite; tutte le eventuali vittime dovrebbero, inoltre, essere accomunate, da una enorme dose di sfortuna: Eh si perché ce ne vuole veramente tanta per morire centrati in pieno da una delle grandi pigne del peso di 5-6 kg, in caduta libera dall’alto della chioma (anche 30 metri) di questa esotica araucaria australiana. Ma, andiamo per ordine analizzando passo dopo passo i diversi aspetti della vicenda.
Identikit del killerAraucaria bidwilii è una grande conifera sempreverde di origine australiana che raggiunge in natura i 40 metri di altezza; ha un fusto cilindrico piuttosto robusto e una corteccia di un colore dal marrone scuro al nero che si sfalda in squame nelle piante adulte; la chioma è nei giovani esemplari di tipo colonnare per diventare a forma di cupola nelle piante adulte; i rami sono orizzontali, disposti in palchi e portano rametti lunghi e leggermente penduli, persistenti, attaccati ai rami anche da secchi.
Le foglie sono lanceolate, lucide, coriacee e di colore verde scuro, con l’apice pungente e disposte a spirale, irregolarmente su due file laterali. Le foglie sono prive di nervatura mediana ma con numerose nervature parallele. La specie è monoica portando fiori maschili e femminili sulla stessa pianta.
Le infiorescenze maschili sono cilindriche, lunghe e pendule di colore giallastro-rossiccio e compaiono in aprile maturando poi in settembre-ottobre; gli strobili femminili di forma ovato-globosa hanno dimensioni di 30x25 cm e maturano a distanza di circa due anni dall’avvenuta fecondazione.
All’interno sono presenti semi di forma oblunga, con apice troncato, lunghi 3-5 cm, eduli e per gusto e consistenza simili alle castagne; un alimento estremamente importante per le popolazioni native della zona d’origine che per questo consideravano la specie un albero sacro.
Araucaria bidwillii è nota con il nome comune di “pino bunya” dal luogo, il monte Bunya, sito tra le foreste subtropicali montane del Queensland, in Australia, in cui sono stati individuati i primi popolamenti spontanei; da un punto di vista sistematico Araucaria bidwillii è l'unica specie esistente nella sezione Bunya della famiglia delle Araucariaceae. Questo grande albero è stato descritto in natura per la prima volta intorno al 1837 dall’esploratore Andrew Petrie che, guidato da un gruppo di aborigeni fino alla catena montuosa Blackall, rimase talmente colpito da questo albero che ne fece uno schizzo raccogliendone alcuni campioni di legno. Nel 1843, John Bidwill, un botanico australiano di origine inglese che divenne il primo direttore dei Royal Botanic Gardens di Sydney, ne portò semi e piantine a Londra ed è per questo che al momento della descrizione sistematica della specie da parte di William Jackson Hooker si volle omaggiare Bidwill dando a questa Araucaria l’attributo specifico "bidwillii". Dalla metà del diciannovesimo secolo in poi, Araucaria bidwillii, è diventata un albero ornamentale presente in aree verdi a clima caldo umido in Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti (principalmente California) ed Europa meridionale (Portogallo e Italia). In Sicilia si trovano grandi esemplari risalenti alla fine dell’Ottocento; ne ho visto un esemplare monumentale a Palermo presso Villa Trabia, a Catania alla Villa Bellini, a Viagrande (Villa Manganelli) e a Riposto al Parco delle Kentie.
In tempi moderni è una specie quasi scomparsa dal mercato vivaistico nazionale nonostante sia una conifera esteticamente molto bella, a crescita vigorosa e relativamente rapida. Per spiegarne il motivo è necessario approfondire le informazioni che riguardano il come ed il perchè l'albero possa essere ritenuto mortalmente pericoloso.
Arma del delitto
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Deduzioni
Araucaria bidwillii, specie definita con il termine comune di "albero delle vedove" , per meritare il titolo sarebbe dovuta comparire frequentemente in fatti di cronaca riguardanti casi di uomini colpiti mortalmente dalle sue grosse pigne in caduta libera. In realtà per quanto abbia cercato sul web ho reperito solo poche notizie riguardanti il caso di una anziana colpita ad una gamba a Sidney e quello di un uomo colpito in testa a San Francisco mentre leggeva in un parco, riportandone un forte trauma che lo ha spinto a richiedere un risarcimento milionario all’ente gestore.
Ed è proprio questo il motivo della scomparsa della specie dai listini di produzione vivaistica; per evitare di incorrere in eventuali contenziosi, le amministrazioni che gestiscono il verde pubblico evitano di piantare questa essenza arborea; troppi i fastidi per ottemperare alle norme di sicurezza come la messa in opera di cartelli di allerta e la necessità, molto onerosa di far rimuovere, da pompieri o ditte specializzate, i coni giunti a maturazione in cima agli alberi; troppo lavoro e costi eccessivi.
Verdetto
In conclusione posso affermare che, a mio giudizio, il fatto non sussiste e che, pertanto, per Araucaria bidwillii l’epiteto “ albero delle vedove” è assai poco pertinente in quanto il crimine è del tutto inesistente.
In conclusione posso affermare che, a mio giudizio, il fatto non sussiste e che, pertanto, per Araucaria bidwillii l’epiteto “ albero delle vedove” è assai poco pertinente in quanto il crimine è del tutto inesistente.
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