"Quod quaeris intus adest"
dentro c'è tutto ciò che tu desideri
Chi va a Palermo e non passa da Monreale
parte sceccu e torna maiale
Un tipico nonsense palermitano per dire, a ragione, che è indispensabile andare a visitare Monreale ed il suo Duomo dopo avere esplorato Palermo; in realtà io, ieri, sono stata a Palermo e non sono andata a Monreale ma sono tornata a casa non del tutto maiale perché mi sono fermata a Mezzo Monreale, oggi Corso Calatafimi, nel luogo dove ha sede il Parco di Villa Tasca, uno dei giardini storici più belli tra i tanti presenti a Palermo. L’intera proprietà della famiglia Mastrogiovanni Tasca-Lanza estesa, oggi, otto ettari degli ottanta che caratterizzavano il possedimento in origine, pur essendo attualmente sovrastata e circondata da alti condomini rimane un importante polmone verde per questa zona della città che ne è priva e la cui fruizione può avvenire a diversi livelli: uno di interesse storico, culturale e scientifico che riguarda il giardino che attornia la dimora della Famiglia Tasca, un giardino che ha subito variazioni dalle sue origini seicentesche ad oggi ma nel quale si è riusciti a mantenere inalterati i canoni stilistici del giardino romantico realizzato dal Conte Lucio Tasca e da sua moglie Beatrice Lanza a partire dal 1855, con l’introduzione di specie esotiche tropicali e sub tropicali rare.
L’altro interesse è di tipo ludico, legato al relax ed al gioco all’aria aperta per le famiglie palermitane che, a modico prezzo (ingresso giornaliero euro 4,50 ad adulto, con possibilità di abbonamento annuale a 15 euro; bambini gratis), possono usufruire di una grande area verde esterna al giardino storico, ubicata nella zona un tempo adibita a parco agricolo ed in seguito a vivaio, che oggi presenta ampi spazi a prato, giochi per i bambini, suppellettili di vario tipo a disposizione (tavoli, sedie, amache, sdraio , ombrelloni), servizio ristorazione e bar, il tutto tra la frescura di piante ornamentali (ceibe, melie, palme, lecci, platani, frassini) e piante di utilità come mandarini, gelsi bianchi, nespole del Giappone.
In un prossimo futuro, inoltre, secondo i progetti dell’attuale proprietario, Giuseppe Lanza e di sua moglie Luisa Mainardi, il Parco Villa Tasca si arricchirà di un labirinto, esteso 5000mq, di piante eduli molte delle quali proprie della tradizione culinaria siciliana.
Il giardino storico
Il Parco di Villa Tasca ha storicamente un notevole interesse perché presente nelle cronache e nei resoconti d’epoca sin dal 1580, anno della sua acquisizione da parte del Barone di Montefranco; il Parco ha mantenuto nei secoli il caratteri di luogo ameno essendo inizialmente una tenuta di caccia con annessa casina per divenire poi, alla fine del 700, una volta giunta in dote al Principe di Trabia e Duca di Camastra, un luogo agreste di svago e divertimento dove festeggiare, ad esempio, le corse di cavalli che avevano luogo lungo lo stradone di Mezzomonreale. La fisionomia che la villa ed il giardino avevano alla fine del 700 ci è stata tramandata da una pittura ad olio custodita all’interno della villa che ritrae la casina, il viale alberato di accesso ed un parterre all’italiana diviso in sei riquadri, con fontane a zampilli.Di questa versione del giardino però non ne è rimasta traccia per i rimaneggiamenti effettuati a partire dalla prima metà dell’Ottocento da Giuseppe Lanza Branciforte principe di Trabia che cambia destinazione alla proprietà riconvertendo il bosco in modo produttivo, inserendo piante di interesse agrario quali agrumeti, frutteti, vite con la produzione di ottimo vino e vivai di vite americana per contrastare il flagello della fillossera, sommacco, allevamento dei bachi da seta, api ed altre specie di utilità.
Anche il giardino cambia aspetto quando nel 1855 la villa passa in dote alla figlia Donna Beatrice che sposa Lucio Mastrogiovanni Tasca e Nicolosi che acquisirà alle nozze dalla moglie, il titolo di conte D’Almerita.
Si interviene eliminando il giardino formale all’italiana per fare spazio ad un giardino di acclimatazione di specie esotiche essendo Lucio Tasca il primo vice presidente della Società di Acclimatazione e Agricoltura del Consorzio Agrario delle Province Siciliane: araucarie, palme, yucche, dracene, cycas, bambù, strelitzie, euforbie, ed altre succulente vengono disposte, nello spazio antistante la villa, in aiuole ad andamento sinuoso che contornano un piccolo laghetto dando vita ad un giardino irregolare dove l’ interesse è dato dalla rarità delle singole specie acquisite come in un gioco al rialzo in continua competizione con l’Orto Botanico di Palermo.
Completano il giardino elementi architettonici come collinette artificiali, sedili, vasche, statue e per gli esemplari da acclimatare più delicati viene costruita una serra in legno e vetro.
Nel 1870 il giardino si amplia con l’acquisizione di un terreno attiguo dove viene realizzato, secondo il gusto dell’epoca, un impianto di ispirazione romantica che comprende essenzialmente tre nuove zone: il lago dei cigni contornato da una vegetazione fitta e incombente di bambù nigra (Phyllostachys nigra) e per sottobosco monstera e chamaedoree.
Su una piccola isola vi era una colonna in marmo con una croce in cima circondata da cipressi ed un tempietto, oggi al loro posto, sulla riva del lago campeggia un grande esemplare di Ficus macrophilla subsp. columnaris le cui radici aeree, riflettendosi sull’acqua, accentuano la drammaticità del luogo.
Nel laghetto, dai bordi frastagliati e coperti di acanto, nuotano ancora oggi dei cigni chiamati Tristano ed Isotta i cui nomi si tramandano di coppia in coppia a ricordare il soggiorno di Wagner in Villa nel periodo della sua permanenza a Palermo (1881-1882).
Di fronte al lago si estendeva una zona pianeggiante fittamente coltivata alla cui estremità era disposto un tempietto ad ospitare il busto del fondatore del parco, Conte Lucio ed infine fu realizzata la cosiddetta collinetta esotica con in cima un gazebo in ghisa, giochi d’acqua e grottaglie usate nei giorni di grande caldo come stanze dello scirocco.
Oggi il giardino e la villa sono estremamente curati con gruppi scultorei di palme ed araucarie di grande effetto scenografico. Le araucarie in particolare sono esemplari secolari (Araucaria heterophilla; Araucaria columnaris), probabilmente tra i primi esemplari ad essere introdotti in Europa dal nord e dal sud America appena pochi anni dopo che in Inghilterra.
Molto scenografici gli esemplari di Dracaena draco, Yucca, Euphorbia candelabrum sparsi nel parco.
Rispetto ai ricordi di una mia visita al giardino di oltre trent’anni fa, quando lo spazio esterno alla Villa era occupato da un vivaio, oggi in ossequio al turismo cosmopolita, visto che la villa viene affittata a danarosi committenti (soprattutto americani dopo la visione della seconda serie della dark comedy The White Lotus, girata in villa ), parte del laghetto presente nel giardino informale è stato trasformato in una scenografica piscina.
L’interno della villa, che è visitabile e presenta arredi originari della fine del Settecento con pitture agresti e pavimenti maiolicati praticamente intatti, non ha l’aspetto di una villa- museo ma di una casa vissuta, con gradevoli composizioni di fiori e foglie su ogni tavolo delle diverse stanze e molte foto che raccontano il soggiorno in villa di tante personalità del passato.
La casa ha un aspetto vissuto, familiare perché gli attuali proprietari vi abitano ancora, essendosi riservati ad uso esclusivo l’ultimo piano, un tempo abitato dalla servitù.
Parco di Villa Tasca
Di come sia nata l’idea di realizzare un parco urbano nella vasta area che attornia il giardino storico lo raccontano direttamente le parole dell’attuale proprietario Giuseppe Tasca che è agronomo ed ha un progetto di fruizione del Parco che condivide pienamente con la moglie Luisa. “ Mi sono laureato in Agraria pensando di dedicarmi alla produzione del vino nelle tenute vitivinicole di famiglia ma nel 2019 mio padre decide di dividere il patrimonio tra noi figli lasciando la cantina a mio fratello ed attribuendo a me la villa di famiglia. Ho cominciato a pensare insieme a mia moglie Luisa, quale poteva essere il senso attuale di villa Tasca, come farla rimanere antica e fascinosa senza trasformarla in una cosa vecchia, senza nessun legame con il presente; ci venne l’idea di farne un parco urbano utilizzando la parte esterna al giardino storico, con mio padre che ci diceva: "ma voi siete pazzi, qua ci assaliranno, ci sarà immondizia, ci saranno furti ed il costo di un abbonamento a 10 euro l’anno è ancora più da pazzi, noi non abbiamo mai venduto niente per così poco".
Secondo noi, invece, non era più il momento di essere esclusivi rimanendo chiusi nel nostro mondo, dovevamo aprire il parco alla città mettendo semplici regole di fruizione per dare a tutte le persone che ci sarebbero venute a trovare un ambiente verde, curato, come tanti posti visti in giro per l' Europa ma che mancava a Palermo. Così, nell’estate del 2020, in pieno lockdown è partito il Progetto “Parco Villa Tasca” cercando di proporre un modello di comportamento uomo -natura che fosse rispettoso dell’ambiente, bilanciando la presenza umana con un aumento della biodiversità; dall’ultimo censimento faunistico abbiamo rilevato la presenza di 42 specie di uccelli stanziali ed addirittura 5 specie diverse di pipistrelli che indicano uno buono stato di salute dell’ambiente circostante. Abbiamo poi deciso di aprire anche la casa alle visite guidate ed affittare gli ambienti del piano nobile per soggiorni in villa. Non neghiamo di avere propositi ambiziosi: vogliamo diventare il giardino più visitato nel Sud Italia dopo la Reggia di Caserta anche se l’obiettivo appare al momento un poco ambizioso ma, a Palermo, per numero di visitatori siamo già in competizione con l’Orto Botanico che per il verde è un'Istituzione. Questo è un anno molto difficile, abbiamo molteplici spese e lavori in progress all’interno del parco legati all’esecuzione di un nostro progetto vincitore presentato al bando del Ministero della Cultura che consentirà di recuperare manufatti e sculture presenti nel parco, ripristinare la serra e creare il labirinto della biodiversità. Siamo di corsa e non possiamo fermarci perché abbiamo ancora molto da fare."
Visitando il parco e la villa non si potrà non condividere quanto scritto dal Duca Branciforte sulle pietre del portale di ingresso: Quod quaeris intus adest», dentro c'è tutto ciò che tu desideri, come dargli torto.
Visita guidata del parco e della Villa effettuata in data 27 aprile 2024
Bibliografia:
- Convegno internazionale Palermo 14-17 aprile 1984, Il Giardino come labirinto della storia
- Luisa Mainardi, Un Angolo di Paradiso, Villa Tasca a Palermo, Il Giardino Fiorito n. 3 , 1991
- L'Isola del sole, Architettura dei giardini in Sicilia, Electa,1994
- Salvatore Requirez, Le Ville di Palermo Flaccovio editore,1996
INIZIATIVA LODEVOLE, RENDERE FRUIBILE UN GIOIELLO DI FAMIGLIA PER I CITTADINI
RispondiElimina